Caro scrittore, adesso tutto dipende dalle tue aspettative. Ci sono diverse strade che puoi intraprendere, ma prima di imbarcarti in qualsivoglia avventura, devi capire perché hai deciso di scrivere quel libro. Se si tratta di un percorso personale di crescita, scritto sotto forma di diario oppure è il racconto della tua vita, probabilmente vorrai conservarlo per i posteri, quindi non aspiri alla pubblicazione. Ora dirai: «Ma come, ho una vita interessantissima e le mie gesta meritano di essere conosciute in tutto il mondo». Forse, ma non è così che funzionano le cose in editoria.
Le autobiografie intasano letteralmente le caselle di posta degli editori, soprattutto negli ultimi anni. Molti di questi scritti però sono il prodotto di un ego smisurato e spesso finiscono nel cestino. Quindi prima di inviare in valutazione il tuo testo autobiografico, domandati perché un editore dovrebbe pubblicare la tua storia e che tipo di messaggio vuoi trasmettere. Soprattutto per quale motivo i lettori dovrebbero scegliere il tuo libro rispetto ad altri testi di persone che hanno dato un contributo effettivo alla società? Non sto dicendo che la tua vita non sia altrettanto interessante, ma devi capire che per essere preso in considerazione, il tuo racconto deve essere forte e deve inserirsi in un mercato fortemente competitivo. L’autocritica è uno strumento prezioso, che tu sia un’aspirante scrittore o un autore navigato, la spavalderia è sempre controproducente. Pondera prima di agire.
Va detto però che la scrittura autobiografica è il metodo migliore per imparare a conoscersi, oltre ad essere un ottimo strumento di autoanalisi. Quindi, se ti fa stare bene, ti esorto a scrivere il più possibile.
Vuoi pubblicare il tuo romanzo con una casa editrice?
Se il tuo sogno è vedere il tuo romanzo tra gli scaffali della libreria, il discorso cambia e le alternative si moltiplicano. Attenzione però, prima di formulare l’intenzione di inviare il testo in valutazione e cliccare sul tasto “invio”, devi tenere conto del fatto che, soprattutto se si tratta della tua opera prima, hai bisogno di un parere oggettivo.
Ti consiglio di non rivolgerti al vicino di casa, alla maestra delle elementari o all’insegnante di italiano, scrivere un libro non è un compendio di grammatica. Non basta produrre un buon testo con una sintassi impeccabile (certo, serve, ed è bene non dare per scontato la forma), esistono delle regole che solo chi bazzica tra gli scaffali di cui sopra, conosce. Rivolgiti a un lettore forte, ovvero a un beta reader che saprà indicarti gli aspetti positivi e negativi del tuo testo. E non fidarti dell’opinione del tuo compagno, dei genitori o dell’amico del cuore, il loro parere sarà inevitabilmente condizionato dal fattore emotivo. Ti serve un feedback onesto e devi essere pronto ad accogliere le critiche. Per migliorare bisogna saper ascoltare!
Prima cosa, di che genere si tratta?
Fatte queste doverose premesse e prese le dovute precauzioni, vediamo insieme quali possono essere le tue prossime mosse. Dunque, hai scritto un libro e sogni di pubblicarlo. Bene, di che genere si tratta? È un fantasy, un thriller, un romanzo di formazione, uno storico, un romance, una contaminazione o chi più ne ha più ne metta?
Stabilire il genere del tuo romanzo è fondamentale per circoscrivere il target di riferimento, ed è importante dichiararlo all’editore. Se fatichi a spuntare la casella giusta, hai un problema. Se tu per primo sei confuso in merito al genere letterario di appartenenza, figuriamoci l’editore che riceverà il testo. Nel dubbio il file verrà spostato nel cestino. I cestini delle case editrici sono sempre stracolmi, così come le scrivanie e le caselle di posta elettronica.
In realtà, prima di iniziare la stesura del tuo romanzo avresti già dovuto porti la domanda: a che genere appartiene la mia storia? Se non lo hai fatto, ti suggerisco di pensarci molto bene, perché questa informazione potrebbe fare la differenza.
La sinossi
Dopo aver stabilito il genere, scrivi la sinossi del tuo romanzo. Attenzione, non ho detto la quarta di copertina, quella è un’altra cosa, mi riferisco al riassunto ragionato della tua storia. Metti in evidenza gli aspetti più significativi, la struttura centrale e gli snodi della trama. Chiarisci chi sono i protagonisti, quanti anni hanno, l’eventuale antagonista, l’ambientazione e il periodo. Un paio di cartelle editoriali saranno più che sufficienti. Davanti a un testo di quattro o cinque pagine l’editor sbadiglia. Sbadiglieresti anche tu, fidati!
La sinossi è il tuo biglietto da visita, ecco perché è importante produrre un riassunto accattivante che metta in luce la sintassi e la tua capacità di sintesi, oltre all’idea chiaramente. Non è facile, lo so, la sinossi è lo scoglio contro cui tanti autori si sono scontrati. Per cui concentrati. Se vuoi incuriosire chi ti legge, se vuoi emergere e fare breccia, non ci sono scorciatoie. E se non sai come si articola la sinossi, il web è pieno di suggerimenti utili.
Un altro consiglio che mi sento di darti e di non essere precipitoso: studia tutti i dettagli, sii maniacale. Non sei l’unico e tutti vogliono ottenere il risultato a cui ambisci.
Lettera di presentazione
Scrivere la lettera di presentazione del proprio manoscritto è un altro di quei momenti che mettono in crisi anche lo scrittore più impavido. Inizia con un semplice ed educato “Buongiorno” seguito dal nome della casa editrice. Sì, hai capito bene, devi modificare il file per tutte le volte che invierai il testo (Ah, gli invii di gruppo sono banditi!). È una faticaccia, vero? Bé, stai chiedendo a un imprenditore di investire sul tuo lavoro. E quando dico “investire”, non intendo solo il tempo messo a tua disposizione, mi riferisco al denaro. Pubblicare un libro ha un costo e tu stai cercando di convincere qualcuno che non ti conosce della validità della tua opera. Per cui presentati e fallo bene, nel modo più garbato possibile, ma senza spenderti in frasi stucchevoli. Blandire non è mai una buona tattica. Dichiara il tuo desiderio di pubblicare con lui e non raccontare la storia della tua vita. Non serve, dico sul serio. Se lo sbadiglio parte di fronte alla lettera di presentazione, potrebbe penalizzare la lettura del tuo manoscritto.
Studia le case editrici
Il tuo testo non è adatto a tutti gli editori, questa è un’altro dettaglio che devi prendere in considerazione. Le pubblicazioni delle case editrici sono generalmente suddivise per collana. Ogni collana è determinata da caratteristiche comuni. I grandi editori hanno tante collana suddivise per generi. Per esempio, se hai scritto un thriller, cerca le case editrici che pubblicano thriller. Non solo, fai un giro sul web e studia le tendenze del momento. Questo lavoro ti servirà nel momento in cui andrai a inviare il manoscritto.
Ti consiglio di creare un file di word con la lista degli editori papabili all’invio.
Ci siamo!
A questo punto sei pronto. Apri la tua email, scrivi l’indirizzo della casa editrice, allega la lettera di presentazione, la sinossi quindi il manoscritto (Attenzione! Alcuni editori potrebbero richiedere l’invio cartaceo, il procedimento non cambia). Nel corpo del testo scrivi chi sei e per quale motivo ti stai rivolgendo proprio a quell’editore. Non è scontato, quindi armati di pazienza. Controlla se hai fatto tutto in modo corretto, assicurati di aver inserito i file, respira e invia. Se si tratta della tua prima volta, una goccia di sudore ti imperlerà la fronte e sentirai il cuore schizzarti nel petto. Successivamente, andrai più spedito e non rischierai l’infarto. Ora non ti resta che aspettare e aspetterai. I tempi editoriali sono lunghi e sfiancanti. A volte ti risponderanno in tre mesi, altre in sei, oppure (succede spesso, non scoraggiarti) non risponderanno affatto. Che fare quindi? Buttati a capofitto sulla tua prossima storia. Rimettiti davanti al computer e inizia a programmare il romanzo successivo. Questo è il modo migliore per stemperare l’ansia e la frustrazione che, inevitabilmente, ti assaliranno.
Ma c’è un’altra cosa che puoi fare nel frattempo. Potresti per esempio rivolgerti a un’agenzia letteraria. Ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo.
A presto.
Monique Scisci
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