Caro scrittore, è giunto il momento di affrontare un argomento piuttosto dibattuto nei circoli letterari: le agenzie letterarie. Prima di tutto, cerchiamo di capire di cosa si occupano gli agenti e perché molti scrittori decidono di affidare a queste figure professionali i propri interessi.
L’agente letterario è un professionista (diffidate dalle imitazioni e soprattutto siate scrupolosi nella scelta!), che si occupa della negoziazione dei diritti d’autore. Sono pagati con una percentuale fissa sui proventi delle vendite, che contrattano per conto dei loro clienti (gli autori) con gli editori. La percentuale parte generalmente dal 10% per i diritti venduti in Italia, ma il compenso può variare a seconda dell’ampiezza dell’agenzia, del pacchetto clienti e della risonanza dei nomi rappresentati. Quindi l’agente percepisce i soldi da te, Caro scrittore, che sei il suo assistito.
In alcuni casi l’agenzia stringe accordi direttamente con gli editori per cui sarà l’editore a compensare il suo lavoro, ma questo è un discorso che esula dall’argomento che intendo trattare in questa sede.
Le agenzie letterarie selezionano le case editrici
Il lavoro dell’agenzia letteraria è complesso e stratificato. In generale, svolge per conto dell’autore la ricerca dell’editore. A seconda del genere letterario e delle tendenze del momento, seleziona una serie di possibili case editrici a cui inviare il manoscritto. Un agente serio, non invia il testo a tutti gli editori con cui è in contatto, ma pondera i possibili acquirenti. La fase successiva riguarda la proposta editoriale: l’agente propone l’opera agli editor delle case editrici e cerca di convincerli della validità del testo. Se l’editor o meglio, il direttore editoriale, decide di pubblicare il romanzo, l’agente si occuperà del contratto (anticipo, royalties, tiratura, copertina). Oltre a gestire le trattative, l’agente controlla i pagamenti e invia all’autore la rendicontazione sulle vendite.
Il servizio di consulenza
Molte agenzie letterarie, soprattutto le più strutturate, offrono anche servizi di consulenza per autori editi o inediti: si tratta di consulenze professionali che, oltre a segnalare le eventuali debolezze stilistiche o strutturali del manoscritto, forniscono consigli utili e talvolta necessari per aiutare l’autore a valorizzare il testo. Può capitare, infatti, che il romanzo sia valido in termini di contenuti, ma che abbia delle lacune migliorabili.
Mi preme sottolineare che, affidare il proprio manoscritto a un’agenzia letteraria non significa che il testo verrà pubblicato. E bisogna scegliere bene il professionista. Affidarsi a un agente letterario sbagliato, poco scrupoloso, selezionato senza un’adeguata analisi, non assicura nulla. Ecco perché è importante informarsi bene prima di firmare qualsivoglia contratto. Diversamente, il rischio è di rimanere bloccati.
Se ti chiedono soldi per rappresentarti allora non c’è da fidarsi.
Due tipologie di agenzie:
Le agenzie letterarie si dividono in dure gruppi, quelle che rappresentano gli autori senza intervenire sul testo e quelle che, dopo aver accettato di rappresentarti, iniziano un lavoro di revisione prima di proporre il manoscritto alle case editrici.
Quale delle due sia la scelta migliore non saprei dirtelo, posso però riportarti la mia esperienza. Il mio agente legge tutto ciò che le invio, ma non mette mano al testo e non perché io sia particolarmente dotata, semplicemente se la storia funziona e riesce a “piazzarla”, sarà poi l’editor della casa editrice a gestire la revisione del manoscritto.
Ovviamente, nel caso in cui l’opera che propongo non dovesse risultare idonea alla pubblicazione, non si farà scrupoli a dirmelo. Nessun agente sano di mente invierebbe un manoscritto problematico consapevole della sua invendibilità. Diversamente ci rimetterebbe in termini di reputazione e inciderebbe sulla credibilità dell’autore che rappresenta. Perché il compito dell’agente letterario non si ferma alla vendita dei diritti, cura anche l’immagine del cliente e lo supporta nei momenti di sconforto creativo.
Affidarsi o no a un agente letterario?
È difficile rispondere a questa domanda. Sulla base della mia esperienza personale ti direi di sì. Ho un ottimo rapporto con l’agenzia che mi rappresenta e conosco il mio agente da quasi dieci anni. In generale posso dirmi soddisfatta della nostra collaborazione. Inoltre si occupa delle faccende contrattuali, liberandomi dal peso della burocrazia. Io scrivo, lei vende.
Ma non è sempre così. Negli anni ho raccolto varie testimonianze di colleghi scrittori che mi hanno indotta a essere cauta, soprattutto se a chiedermi consiglio è un aspirante scrittore. A volte rivolgersi a un agente letterario può rivelarsi la scelta migliore, in altri casi del tutto sbagliata. Perché di fatto è una questione individuale.
Bisogna che si instauri un rapporto di fiducia reciproca ed è necessario che l’agente prenda a cuore lo scrittore e che creda fortemente nella sua produzione letteraria. Se questo non avviene, ahimè, le cose sono destinate a involvere. Affidarsi a un nome ultra blasonato è utile se l’agente punta su di te, e si prodiga affinché il tuo nome compaia a grandi lettere sugli scaffali delle librerie. Altrimenti rischi di restare incastrato, insieme alle tue opere, in un ambiente ostile che presto metterà in crisi le tue certezze. L’unica soluzione a quel punto è strappare il contratto e andarsene altrove, oppure optare per il fai-da-te. Talvolta può essere opportuno rivolgersi a un’agenzia più “giovane”. Alcune di queste svolgono un eccellente lavoro. Per cui ti suggerisco di scegliere con estrema attenzione e di monitorare costantemente la situazione.
In ogni caso, se stai muovendo i primi passi nel mondo dell’editoria e vuoi seguire un percorso tradizionale affidando le tue opere a un editore, l’agenzia può aiutarti ad arrivare là dove tu, da solo, non arriveresti. Molte case editrici si rivolgono direttamente al parere esperto degli agenti che svolgono per loro un servizio di scouting. Le agenzie hanno più possibilità di raggiungere il tuo editore ideale.
Quattro motivi per cui è utile rivolgersi a un’agenzia letteraria:
1- Una volta terminata la stesura del tuo manoscritto è necessario trovare un riscontro esterno: l’agenzia letteraria mette a disposizione lettori in grado di esprimere un giudizio oggettivo e tecnico: la scheda di valutazione.
2- Se l’agenzia letteraria a cui hai pensato di affidarti è valida e deciderà di rappresentarti, si occuperà di selezionare gli editori più affini alla tua opera attraverso una rete esclusiva di contatti.
3- L’agenzia farà da tramite con l’editore gestendo la trattativa di compravendita dei diritti d’autore. Si assicurerà le condizioni migliori, un anticipo adeguato e il rispetto dei termini contrattuali.
4- Gestirà l’aspetto non solo economico inviandoti la rendicontazione delle vendite, ma anche la tua immagine, in alcuni casi il marketing, e ti aiuterà a risolvere eventuali problematiche che possono insorgere in qualsiasi rapporto lavorativo.
In sostanza, se la tua idea è di rivolgerti a un agente letterario, fai attenzione a chi contatti e a chi ti risponde. Non farti prendere dall’entusiasmo, sii anche tu cauto. Controlla il sito web, gli autori che rappresenta (se non ci sono autori, non è un’agenzia, ma un service editoriale, che è un’altra cosa) e con quali case editrici pubblicano (passaggio fondamentale) e studia la sua credibilità. E soprattutto leggi bene il contratto di rappresentanza che ti verrà proposto.
Come proporti
Esattamente come ti proporresti a un editore. Scrivi una bella lettera di presentazione sintetica (il racconto della tua vita non interessa), la sinossi del tuo romanzo (al massimo due o tre cartelle) e allega nella email tutti i documenti, manoscritto compreso. Evita gli invii collettivi. Non mi stancherò mai di ripeterlo. E controlla, soprattutto, le modalità di ricezione delle proposte editoriali. E aspetta… te l’ho già detto che i tempi sono lunghi? Estenuanti. Per cui, rimettiti a scrivere, buttarti a capofitto nella prossima opera ti aiuterà a stemperare la tensione ed è anche un’ottima palestra.
Buona fortuna!
Monique Scisci