Come si realizza un podcast? E come si realizza un podcast di successo?

Ce lo spiega Napier Academy insieme a Matteo B. Bianchi (Copertina) e Chiara Tagliaferri (Morgana).

Giovedì Napier Academy, neonata accademia di marketing e comunicazione dei prodotti culturali (se non la conoscete, potete scoprirla qui), ha organizzato una interessante chiacchierata con due dei più famosi podcaster, se così si può dire, oltre ad aver dedicato un master alla produzione e promozione del podcast.

Se per caso vi siete persi l’evento e vi state odiando perché non siete stati sul pezzo o non abbastanza social, dont’t panic, potete riascoltare tutto l’evento qui e seguire il podcast Studentanza di Napier per rimanere sempre aggiornati su tutto.

Il podcast nasce tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 negli USA, mentre il resto del mondo rimaneva a guardare. La differenza sostanziale con i paesi europei è che l’America è un paese che non ha una radio nazionale e subisce i vari fusi orari tra le città, quindi non può seguire lo stesso palinsesto, per questo il podcast ha trovato un terreno sicuramente più fertile.

L’origine del nome è singolare. Nonostante Chiara Tagliaferri sostenga, in modo molto romantico, che derivi letteralmente da “baccello”, perché in qualche modo il podcast ti “protegge” e ti coccola come una seconda casa, in realtà, fu un giornalista inglese a coniare questo termine proponendolo a Steve Jobs in persona che finì per approvarlo.

In Europa l’uso del podcast si è diffuso negli ultimi ⅔ anni e spesso viene confuso con gli audiolibri, tanto che Michela Murgia ha pensato fossero audiolibri per ipovedenti.

Inizialmente veniva utilizzato esclusivamente per le repliche della radio, in seguito si è cominciato a capire che si aveva in mano uno strumento diverso, con potenzialità maggiori, e che poteva essere sviluppato in modo migliore.

L’approccio al podcast richiede un’attenzione totalmente diversa rispetto alla radio: non è più un ascolto passivo dove lo speaker è costretto a essere generalista e a trovare argomenti che possano coinvolgere la massa, ma è l’ascoltatore che cerca l’argomento particolare che può interessargli. È una relazione one to one; chi parla non è più costretto a rispettare tempi serrati, percentuali da dedicare a musica e a pubblicità e l’ascoltatore può dedicare il suo tempo a qualcosa che davvero gli interessa, mettere in pausa, andare avanti o indietro e soprattutto ascoltare quando vuole e dove vuole. Non è più un sottofondo come la radio, ma un compagno come può essere un libro o un film.

Ci sono ancora delle zone grigie riguardo la gestione legale dei podcast; per esempio la SIAE non ha ancora stabilito una normativa riguardo la musica da utilizzare, perciò vincono ancora le leggi del Far West. Rimane valida la normativa per cui se si mandano “in onda” 10 secondi di canzone si tratta di una citazione, per cui non si incorre in nessuna penale, ma se si supera questo lasso di tempo, sono cavoli amari.

Audible invece segue leggi totalmente diverse (7 secondi di citazione solo da programmi tv, musica solo inedita, nessuna citazione da cinema).

Prima di entrare nel vivo e parlarvi di come è nato Morgana, vi segnalo che Matteo B. Bianchi prima di fondare Copertina ha iniziato un podcast, sempre su storielibere.fm, dedicato a scrittori esordienti in narrativa, una Guida pratica per chi scrive, dedicata proprio a voi che ci seguite. Ha intervistato tutti gli addetti ai lavori, come direttori di collana, librai, scrittori, dando consigli a tutti gli esordienti, e trovo che sia fondamentale per chiunque voglia cimentarsi con la scrittura di un libro.

Come nasce Morgana?

Per citare Chiara, nasce da “una pessima intervista a Radio2”. Dopo aver concluso l’intervista, Chiara si prostrò ai piedi di Michela per scusarsi e davanti a un caffè cominciarono a chiacchierare e poi a “litigare” su due personaggi cardine di GOT: Arya Stark e Cersei Lannister.

Da questa diatriba nasce l’idea e la voglia di parlare di queste donne urticanti, fautrici del proprio destino che partono dalle crepe per rimettersi in piedi, sicuramente non avevano bisogno di bambine ribelli.

Così propongono il format a Radio2 con la prima Morgana già pronta: Margaret Atwood. Perché proprio lei? Be’, si narra che mentre stava spazzando con una scopa di vimini il patio di casa sua, il suo vicino, un avvocato ben vestito e molto conosciuto le abbia detto di stare attenta perché conciata così assomigliava a una strega. A quelle parole, Margaret avrebbe sorriso, dicendo di essere contenta poiché la paura incute più rispetto dell’ammirazione. Un personaggio perfetto per il progetto che avevano in mente.

Radio2 ha inizialmente affiancato a Michela Murgia tre diversi speaker radiofonici uomini, perché convinti che la scrittrice da sola non avrebbe saputo tenere in mano il pubblico né interessarlo. Il progetto alla fine è stato rifiutato perché “troppo intelligente” – non sto scherzando – perché non le stavano dietro.

Così è nata Morgana.

Ma diamo anche un po’ di numeri:

  • il podcast è presente da 2 anni su storielibere;
  • conta ben 3 milioni di utenti;
  • 1 milione e mezzo di utenti ascolta Morgana;

In conclusione il podcast decodifica un bisogno che non sapevi di avere. Infatti, come ho detto in precedenza, il podcast parla di un argomento specifico che soddisfa una richiesta inconscia o non, e durante l’evento ne abbiamo avuto un esempio pratico grazie a un ragazzo che ci ha parlato del suo neonato canale holiva dedicato a tutti coloro che vogliono aprire la partita iva ma non sanno come fare.

Ma dove sono i guadagni?

Il mondo del podcast è in continua evoluzione e in pieno sviluppo e come la siae non ha ancora definito le norme per la musica, così non ci sono ancora delle regole nette per i guadagni. Perciò, per le grandi aziende investire in un podcast è meno costoso e per questo possono chiedere delle collaborazioni per brandizzare la piattaforma a pagamento o dei corsi di aggiornamento; oppure le piattaforme gratuite che ospitano lo streaming di podcast possono dare visibilità, come storielibere che su storielibereoff dà la possibilità a podcast autoprodotti di essere visionati da tutti e così conosciuti tramite il passaparola.

Come tutte le innovazioni il guadagno non è certo e verrà successivamente, ma il successo si basa sul passaparola. L’importante è valorizzare il contenuto.

Vi lascio con uno spoiler per la prossima puntata di Morgana… la prossima protagonista sarà Elsa Schiapparelli!

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