Diretto da Oliver Stone nel 1987, il film Wall Street, attraverso le vicende di Bud Fox (Charlie Sheen) e Gordon Gekko (Michael Douglas), mostra lo spaccato di una fetta di America reaganiana degli anni Ottanta, che proviene da un decennio turbolento. Infatti, nel 1971, il dollaro ha abbandonato la parità aurea e, successivamente, le due crisi energetiche del 1973 e del 1979 hanno portato lo spauracchio dell’inflazione, non solo negli Stati Uniti, ma nel mondo intero.

La ricetta neoliberista

Quanto accaduto è stato determinante per la parte più ricca del mondo, che si è trovata ad affrontare almeno tre grossi fattori di criticità: crisi di sovrapproduzione (più offerta che domanda), crescita dei salari/calo dei profitti e incertezza nei valori delle monete, quindi inflazione. I Governi hanno cercato di dare (in primis Margareth Tatcher nel Regno Unito e Ronald Reagan negli Stati Uniti) delle risposte a questi problemi, che si possono riassumere con il termine “neoliberismo”. In pratica, le soluzioni si sono tradotte in un’abdicazione dello Stato dal suo ruolo di regolatore e di protagonista attivo delle politiche economiche nazionali, lasciando l’iniziativa nelle mani del privato, con la pia illusione che sarebbe stato il mercato stesso ad autoregolarsi.

Gordon Gekko e Bud Fox

I due protagonisti del film Wall Street rappresentano perfettamente questa società neoliberista. Gekko è un self-made man, un uomo di umili origini che si è fatto “da solo”. Ha raggiunto il successo che, però, deve essere continuamente alimentato e mantenuto ad ogni costo e con qualunque mezzo. Bud, invece, è un giovane ambizioso che vuole emergere attraverso le opportunità offerte dal mondo della finanza. Il lavoro da broker gli va stretto, gestire clienti per una piccola percentuale di guadagno non gli basta, vuole di più. Il suo obiettivo è di raggiungere la vera ricchezza, quella che gli consentirebbe di vivere come il suo idolo Gekko, dimostrando a suo padre chi è stato capace di diventare.

La legge del più forte

In un simile contesto sociale ed economico che offre molte opportunità ma, nello stesso tempo, tende a proteggere poco o niente gli individui più deboli e svantaggiati, Bud deve sgomitare e lottare se vuole emergere. La cosa più triste e cinica è che, per farlo, non basta lavorare sodo e studiare. Ci vuole altro, che vada oltre previsioni, prospettive, etica e morale: commettere un reato. Bud rompe anche questo tabù, macchiandosi di insider trading, dando a Gekko un’informazione riservata (appresa dal padre in quanto rappresentante sindacale aziendale) su una compagnia aerea, la Bluestars Airlines.

Insider trading e il potere dell’informazione

Con il temine insider trading, si intende appunto l’utilizzo di notizie privilegiate, non di dominio pubblico, che, se diffuse, possono influenzare in maniera decisa l’andamento dei prezzi delle società coinvolte. Il valore strategico delle informazioni aleggia durante tutto il film ed è il pallino di Gekko: “non m’importa come, non m’importa dove le ottieni…ottienile”. Sono utili i grafici di borsa o l’analisi dei bilanci aziendali, ma la vera fonte della ricchezza è avere per primi la notizia giusta, quella che consente di muoversi in anticipo rispetto ai maggiori concorrenti.

Anche oggi, il valore dell’informazione resta basilare, tanto più se si considera che viviamo in una società abituata a scambiarsi dati ad una velocità impressionante e ad avere una tale mole di notizie a disposizione, da presentarsi il problema opposto al passato: possedere le competenze per discernere quelle vere e utili da quelle false o inutilizzabili.

Sun Tzu

Le frequenti citazioni de “L’arte della guerra” del generale e filoso cinese Sun Tzu, che Gekko dissemina durante tutto il film, paiono come un tentativo di abbellire e giustificare il suo comportamento. Vincere, riuscendo a prepararsi meglio, senza combattere o con il minimo delle perdite, essere flessibili e avvalersi di trucchi per dare al nemico informazioni sbagliate che lo portino ad assumere decisioni errate sono solo alcune delle massime utilizzate per ammantare, quasi di sacralità, il suo comportamento. Un modo di comportarsi che è ben distante, invece, dai valori di onore e lealtà tipici della cultura orientale.

Il cerchio si chiude

Anche Bud, alla fine, capisce che Gekko è fedele solo al denaro e che ogni sua azione ha come obiettivo ultimo il suo tornaconto personale. È così che, preso nella rete della SEC (Securities and Exchange Commission, ente preposto alla vigilanza della borsa valori) per alcune operazioni poco trasparenti, pur di evitare una lunga condanna, collabora con l’ente federale per incastrare Gekko, da tempo sotto la lente di ingrandimento delle autorità americane.

Dal 1987 ad oggi è cambiato qualcosa?

Sono passati poco meno di 35 anni dai fatti narrati da Oliver Stone e moltissimi aspetti sono ancora attuali. Il valore dell’informazione resta fondamentale. La massa dei piccoli investitori continua ad essere all’oscuro di quello che viene deciso dalle “mani forti del mercato” e anche oggi, come ripeteva Gekko, “il denaro c’è ma non si vede: qualcuno vince, qualcuno perde. Il denaro di per sé non si crea né si distrugge. Semplicemente si trasferisce da una intuizione ad un’altra, magicamente”. Di contro, le normative a tutela dei risparmiatori intervenute nel corso degli anni e i maggiori poteri delle autorità di vigilanza, se ben usati, possono esercitare un importante controllo sul mondo della finanza che, per la maggior parte delle persone, resta sempre più un terno al lotto invece che un modo razionale per investire i propri risparmi.

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