Le origini di questa celebrazione si possono datare a tempi antichi, ma è nel 1860 l’anno a cui risale la moderna festa della mamma, grazie alla pacifista americana Ann Reeves Jarvis e a sua figlia Anna. Alla fine della guerra civile americana, Ann ha creato una serie di eventi per avvicinare e riappacificare le madri dei nordisti a quelle dei sudisti. Questi momenti venivano sfruttati per fare amicizia, con picnic e altri incontri conviviali. Sempre in quel periodo, nel 1870, la poetessa americana Julia Ward Howe scrisse la “Mother’s Day Proclamation”, nella quale esortava le donne ad assumere un ruolo attivo nel processo di pacificazione tra gli Stati americani. Fu però grazie ad Anna Jarvis, se il presidente Woodroow Wilson ufficializzò la festa nel 1914.

In Italia e nel mondo

In Italia  la giornata dedicata alla mamma si festeggia la seconda domenica di maggio.  In Egitto il 21 marzo, in Thailandia il 12 agosto, in Norvegia la seconda domenica di febbraio e in Argentina la seconda domenica di ottobre. In ogni paese la figura materna è oggetto di riti, ognuno con usi e costumi propri, con aspetti totalmente differenti uno dall’altro e dove la madre stessa può essere chiamata in molteplici modi: genitrice, donna, angelo del focolare, ecc… In Etiopia la festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio e dura per ben tre giorni. Banchetti, canti e balli fanno da sfondo a questa usanza, che rientra nelle ricorrenze per la fine della stagione della pioggia associando la madre ad un più ampio concetto di riproduzione, eleggendola a simbolo di fertilità.

Nel Regno Unito la festa porta i segni di antiche radici, con sfumature molto profonde a tema religioso: il Mothering Sunday. In questa giornata, che ancora oggi cade ogni quarta domenica di Quaresima, i figli delle famiglie inglesi erano soliti impegnarsi nelle faccende domestiche, mentre i giovani lavoratori facevano ritorno alle case natali per stare con le loro madri. La tradizione è tutt’ora ancora molto forte ed è norma che i figli preparino per le mamme una particolare torta pasquale con canditi e uvetta.

Essere madre oggi

Oggi il concetto di madre rischia di essere standardizzato. Quando nasce un figlio ci si aspetta che la persona che l’ha messo al mondo si comporti in un certo modo seguendo i dettami socio-culturali che la situazione prevede. Nessuno può immaginare però, se non chi l’ha provato sulla propria pelle, cosa vuol dire partorire. Da un minuto all’altro una donna si ritrova a dover esser il fulcro di un nuovo e piccolo essere vivente. Un ruolo a tempo pieno, che non tutte le persone sono in grado di ricoprire. Molte mamme continuano a fare la stessa vita di prima trascurando il figlio o, invece, si annullano per dedicarsi unicamente al nuovo arrivato, altre ancora sono in costante lotta alla ricerca dell’equilibrio tra se stesse e il proprio figlio.

Nella letteratura

La letteratura, nelle vari epoche e con parole vergate sia da donne che da uomini, si è approcciata al variegato tema della maternità, illustrandone, scoprendone e narrandone gli aspetti più disparati.

A seguire una piccola e personale selezione di titoli sull’argomento.

Mamma di Helène Delforge. Illustrato da Quentin Gréban adatto anche ai più piccoli, un amore unico e universale che viene rappresentato in 31 ritratti: mamme di tutto il mondo, così diverse eppure così simili ogni volta, che tengono in braccio il loro bambino. Un legame lungo una vita.

Mamme coraggiose per figli ribelli di Giada Sundas. Giada è mamma di Mya, una vivace bambina di tre anni. Da quando l’ha abbracciata per la prima volta la sua vita si è trasformata in un’altalena di momenti indimenticabili e di crisi impreviste a cui nessun manuale del genitore poteva prepararla. E se, superato il primo anno, si crede che il peggio sia passato si sbaglia di grosso. Ora che sua figlia sta crescendo, le sfide quotidiane si moltiplicano. Ninna nanna e pannolini sono niente in confronto alle storie della buonanotte che sembrano non finire mai, ai «perché» che entrano in testa come tormentoni estivi o ai «no» che diventano mantra. Giada capisce che quando si tratta di fare la madre non esistono istruzioni, ci vogliono coraggio e volontà. Perché l’imperfezione è l’unica regola universalmente valida.

Nessuno sa di noi di Simona Sparaco. Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto sono al settimo cielo. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Ha qualcosa che non va, è “troppo corto”. Comincia così il viaggio di una coppia nella nebbia di una realtà sconosciuta. Luce e Pietro sono chiamati a prendere una decisione irrevocabile, che cambierà per sempre la loro vita e quella di chi sta loro intorno. Qual è la cosa giusta da fare quando tutte le strade conducono ad un vicolo cieco? E l’amore, fino a che punto potrà salvarli?

L’invenzione della madre di Marco Peano. Narra di una mamma malata e di un figlio che non si rassegna, cercando di assaporare ogni distillata goccia di tempo che rimane da trascorrere insieme. Una madre che si conosce da un lato tramite gli occhi del figlio e dall’altro attraverso la malattia.

In nome di Maria di Erri De Luca. Piccola storia laica della gravidanza di Maria, del suo viaggio e dei suoi pensieri, che sono quelli di ogni madre che aspetta. Sorprendente come un uomo possa entrare, in modo così lucido ed empatico, nella testa di una donna in attesa.

Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci. Uno dei grandi capolavori della letteratura sui temi dell’aborto, dell’amore, della famiglia. Un monologo, drammatico e straziante, di una donna che porta avanti la sua maternità ponendosi domande sulla legittimità di decidere se mettere al mondo un’altra creatura e sull’effettiva possibilità, da parte del nuovo venuto, di accettarlo. Un’introspezione di rara profondità, la vicenda di un’anima che sanguina e che alla fine trova il modo di danzare tra le lacrime.

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