Facciamo un po’ di chiarezza: l’editing NON è la correzione di bozze. Su questo punto la confusione è tanta, soprattutto tra gli aspiranti scrittori. Le differenze, tuttavia, sono molteplici. In questo breve articolo le principali differenze che contraddistinguono i due servizi.
Che cos’è l’editing
L’editing non serve a rilevare i refusi, gli errori grammaticali, di sintassi e non necessariamente corregge la punteggiatura, questo è compito del correttore di bozze. L’editing è la revisione del romanzo inteso nella sua totalità e si concentra sulla struttura, ovvero la sostanza, e quindi riguarda il sistema dei personaggi, l’ambientazione e l’arco narrativo.
Un bravo editor, ovvero un professionista, interviene sulla coerenza, sui dialoghi, studia lo spazio e il tempo. Durante l’editing, quindi, si limano tutte quelle inevitabili imperfezioni che si creano in fase di stesura, ma che riguardano più che altro i contenuti. È possibile che si debbano tagliare delle scene perché non funzionali alla storia, eliminare dei personaggi, riscrivere capitoli o interi paragrafi o trasformare un dialogo.
L’editor legge un testo in modo profondo, lo manipola e lo “sgrezza” affinché possa arrivare al lettore come un prodotto godibile.
La correzione di bozze
La correzione di bozze, invece, è il lavoro di pulizia, ovvero la sistemazione della sintassi e della grammatica, l’operazione di revisione che interviene sugli errori ortografici e tipografici, i cosiddetti refusi. Il correttore presta anche attenzione al margine e l’interlinea delle pagine che compongono il libro. Per intenderci, la forma.
Per fare il correttore di bozze sono necessarie competenze grammaticali, linguistiche e grafiche, precisione e occhio al dettaglio. L’editing quindi precede la correzione di bozze, ma non si sostituisce ad essa e viceversa.
La differenza è semplice: forma – sostanza.
Perché non possiamo essere editor di noi stessi?
Lavorare a lungo sul proprio testo porta a una rilettura selettiva e distratta, mentre bisognerebbe affidarsi una persona esterna, un professionista sarebbe l’ideale, ovvero un operatore non emotivamente coinvolto, competente, in grado di rilevare le criticità della nostra storia. Detto questo, quando vi trovate di fronte all’annoso dilemma “sottopongo o no il mio romanzo a un editing?”, la risposta è sempre SÌ. Ma se pensate che alla fine della revisione il vostro testo sarà privo di imperfezioni, la risposta è No.
Per qualsiasi chiarimento in merito alla questione, non esitate a scriverci.
Ottima precisazione. Molti autori confondono i due ruoli.
Grazie Elisabetta, è una differenza che deve essere sottolineata spesso.