Quando si nomina il grande pilota brasiliano Ayrton Senna il primo pensiero che prende forma è, purtroppo, quella data funesta in cui il campione perse tragicamente la vita: il primo maggio 1994. Gli anni sono trascorsi inesorabilmente, ma la sua identità è rimasta immutata, come se il suo spirito si fosse reincarnato in tanti altri sportivi che hanno continuato a gareggiare, vincere e combattere al suo posto.
Ayrton, dietro la figura del grande e imperturbabile campione, nascondeva in realtà l’animo di un bambino che, già in tenera età, aveva capito cosa voleva fare da grande. E, grazie anche al supporto della sua famiglia, è riuscito a raggiungere l’obiettivo e a salire, più e più volte, su quel tanto ambito gradino più alto del podio.
Io e Ayrton
Lo ricordo bene quel triste giorno, seguivo il GP di Imola a casa, dal televisore col tubo catodico. Ero in cucina, seduta al tavolo rotondo, coperto da una primaverile tovaglia dai ricamati frutti colorati. Quando è successo l’incidente ero sconvolta. Mi sono alzata e avvicinata alla finestra aperta, ho guardato fuori e mi sono messa a piangere. Senna non era certo un mio amico, eppure, nel seguire le sue imprese sportive, la sua figura si era inserita nella mia quotidianità del fine settimana. Giunta, più tardi, la notizia della sua scomparsa ho deciso che per me la Formula 1 finiva lì, non avrei più seguito una gara senza di lui. E, in effetti, così è successo.
La Gazzetta dello Sport
Dal mese di luglio, ogni sabato, il quotidiano sportivo propone l’uscita di un volume della collezione “I miti dello Sport”: tra i molti protagonisti ci sono Maradona, Baggio, Federer, Pelé, Pantani, Bolt e tanti altri. Sabato 22 agosto è stata la volta di Ayrton Senna.
Il volume, scritto dal giornalista della testata “rosa” Gianluca Gasparini, nelle sue 140 pagine affronta un viaggio all’interno del mondo del campione brasiliano, sia privato che sportivo. L’inedito e compatto format dell’opera invita a una facile e scorrevole lettura, grazie ai capitoli concisi, all’alternanza tra parole e numeri, all’inserimento di immagini delle copertine delle gazzette dell’epoca, alle curiosità e alle dichiarazioni di chi lo ha conosciuto o è cresciuto nel suo ricordo.
Un gustoso e saporito assaggio per conoscere qualcosa di più del grande Ayrton.
Ayrton Senna era nato il 21 marzo 1960 a San Paolo, in Brasile. Primo maschio di Milton da Silva e Neyde Senna, prese presto il soprannome di “Beco”. In realtà in origine era “caneco”, ossia tazza, ma una cuginetta non riusciva a pronunciarlo, lo storpiò in “beco” e così fu “Beco” per tutti. È prassi per le persone del Paese sudamericano, combinare il cognome del padre con quello della madre, per cui il neonato divenne ufficialmente Ayrton “Beco” Senna da Silva.
Una vita costellata di motori
Nato in una ricca famiglia brasiliana, che fra le attività annoverava anche quella di produzione di componenti per macchine, il piccolo Ayrton ha scoperto a soli tre anni la sua passione per le automobili. A quattro anni ha ricevuto in regalo un go-kart con montato il motore di un tagliaerba, guidarlo per ore e ore è stata la sua attività preferita.
Da quel primo motore ne sono arrivati tanti altri che lo hanno portato fino a quelli prestanti e potentissimi della Formula 1. Impugnando volante dopo volante, è riuscito a farsi conoscere prima nei circuiti locali e poi in quelli più lontani, fino a sbarcare in Europa, da solo, appena diciottenne. Da lì è diventato sempre più chiaro che di occuparsi delle attività famigliari non se ne parlava, anche se, per un certo breve periodo, è stato anche tentato di farlo dopo essersi iscritto a un corso di business all’Università di San Paolo. È durato solo tre mesi… A richiamarlo in pista sono stati la velocità, l’adrenalina delle corse, la competizione e la rivalità con gli avversari, soprattutto con il francese Alain Prost.
“Debbo ammettere che ogni tanto Ayrton mi spaventava perché era disposto a tutto. Orgoglioso che fossi l’uomo da battere per lui”
Alain Prost
Senna è stato un pilota scrupoloso con un talento innato capace anche di reggere la tensione, come dimostrato nel 1983 nel duello all’ultimo sangue con Brundle Martin. Nel 1988 è approdato alla McLaren, inanellando una serie di vittorie e consolidando la sua essenza di campione. Dopo anni vincenti, Senna ha scelto di firmare con la Williams, l’accoppiata purtroppo ha avuto poco tempo per imparare a conoscersi, l’ombra del primo maggio 1994 era in agguato… In quel fatale giorno a Imola il Destino, forse, non ha colpito soltanto Ayrton, ma potrebbe anche aver messo gli occhi su un altro giovane campione vincitore proprio di quel tragico GP: Michael Schumacher.
Fuori dalle corse
Riservato sulla sua vita privata, dagli amori ai flirt, Ayrton amava isolarsi, nei periodi lontani dalle competizioni, nel suo buen retiro, la casa di Angra Dos Reis, sulla costa brasiliana verso Rio de Janeiro. La sua più grande passione rimaneva il motore: dai kart, agli sport d’acqua fino al modellismo e ai mezzi radiocomandati.
Tra i tanti artisti ad avergli dedicato delle canzoni, c’è stato anche Lucio Dalla con il brano Ayrton. Oltre che di tanti testi musicali, il campione è stato protagonista di un acclamato docufilm dal titolo Senna, del regista Asif Kapadia, a cui sono stati attribuiti notevoli riconoscimenti.
Celebre è inoltre, al termine del GP d’Australia del 1993 ad Adelaide, la sua presenza sul palco a fianco di una vulcanica Tina Turner, che gli ha dedicato la sua famosa canzone Simply the Best.
Ayrton “Beco” Senna da Silva per tanti tu sarai sempre semplicemente il migliore.