Vladimir Nabokov nasce a San Pietroburgo nel 1899 e cresce in un ambiente raffinato ed elegante. Parla tre lingue e conosce bene la cultura russa, francese e inglese. Ha meno confidenza invece con quella tedesca, nonostante viva a Berlino per una quindicina d’anni a causa della rivoluzione bolscevica, che ha costretto la sua famiglia all’esilio.

Nella capitale tedesca, lo scrittore si guadagna da vivere dando lezioni private di inglese, francese, pugilato, tennis e prosodia (parte della linguistica che studia l’intonazione, il ritmo, la durata e l’accento del linguaggio parlato). Lascia la Germania nel 1937 per stabilirsi in Francia; resta in Europa fino al 1940, quando parte per gli Stati Uniti dove insegna al Wellesley College, all’Università di Harvard e al Cornell (1948-1959). Fa ritorno nel vecchio continente, negli ultimi anni della sua vita, scegliendo Montreux, in Svizzera, dove alterna la sua attività letteraria con quella legata alle appassionanti ricerche da entomologo. Muore nel 1977.

Nabokov e gli scacchi

Ciò che Nabokov ama degli scacchi sono i problemi e, per lui, realizzarli è un’arte che preferisce al gioco in sé arrivando a crearne circa venti e di qualità. Il primo problema di scacchi lo compone a Parigi, pochi giorni prima di emigrare negli Stati Uniti, tre in Italia, durante i suoi soggiorni, ma la maggior parte li mette a punto nell’ultima città che lo accoglie, Montreux. Con uno dei suoi problemi si iscrive a un concorso, nel 1969, vincendo il secondo-terzo premio ex aequo.

Nabokov è un buon giocatore, ma non partecipa mai a tornei o gare ufficiali. Questo, però, non lo priva dell’occasione di affrontare avversari importanti, tra cui Sergey Prokofiev, un pianista e compositore molto famoso, e addirittura Humphrey Bogart, il celebre attore che da giovane si guadagnava da vivere proprio grazie alla sua bravura nel gioco degli scacchi.

Nabokov e l’entomologia

Nabokov adora le farfalle, ha una verace passione per questi insetti, nata già dall’infanzia, quando, retino alla mano, le cacciava nella tenuta di famiglia. Crescendo, questo interesse si tramuta in una vera e propria ricerca scientifica. Infatti, la parte meno conosciuta dello scrittore è quella di essere un entomologo molto bravo e abile. Dall’Università di Harvard ha anche avuto l’importantissimo compito di organizzare la collezione di farfalle al Museo di Zoologia Comparata.

Nabokov studia le farfalle ovunque sia, da San Pietroburgo alla Crimea, così come in Francia e in America. Quando arriva il momento di optare per una residenza stabile, la scelta ricade sulla Svizzera e la ragione principale è legata proprio a questi incredibili insetti. Durante la sua vita raccoglie moltissimi esemplari ma, ad oggi, sono rimaste solo quelli risalenti al suo periodo americano e svizzero.

Nabokov e Lolita

Nabokov è un autore poliedrico dai mille interessi che ha una vita interessante, una cultura vasta e una scrittura sublime. Oltre all’uomo appassionato di scacchi e farfalle, Nabokov è soprattutto lo scrittore di Lolita.

Perché il romanzo Lolita possa essere pubblicato occorre tempo e il “coraggio” di un editore. Per il tema trattato, infatti, è più volte rifiutato. In Europa, l’opera arriva in Francia nel 1955 e in Italia nel 1959, pubblicata da Arnoldo Mondadori. In America entra nelle librerie per la prima volta nel 1958 e in sole tre settimane vende la cifra record di 100.000 copie! All’epoca solo Via col Vento aveva raggiunto quel record. È un libro che desta scalpore, che grida allo scandalo ma, ciò nonostante, diventa un bestseller.

Quello che in pochi sanno è che Lolita ha visto la luce grazie al tempestivo intervento della signora Vera, consorte dello scrittore, che gli impedisce di dare alle fiamme le bozze incomplete del romanzo, scritte mentre viaggiava negli Stati Uniti d’America per collezionare farfalle.

Curiosità

Nel luglio del 1959 il regista Kubrick vorrebbe fare di Lolita una pellicola cinematografica, ma è solo nel 1960 che Nabokov, all’inizio scettico e poco propenso all’idea, accetta partecipando in maniera attiva alla produzione del film. E cos’hanno in comune Kubrik e Nabokov? Non solo l’amore per il cinema, ma anche e soprattutto quello per gli scacchi.

Nabokov dice che ha avuto l’idea di Lolita negli anni Trenta, sviluppandola poi negli anni Cinquanta. C’è chi sostiene, però, che la storia sia ben diversa e che egli abbia trovato ispirazione da un brutto episodio di cronaca, avvenuto proprio di quegli anni negli Stati Uniti d’America, riguardante l’undicenne Sally Horner e Frank La Salle, noto alle forze dell’ordine per reati di pedofilia.

Quale che sia la verità, Lolita è un’opera immortale che divide ancora le coscienze, da una parte c’è la questione morale, dall’altra spinge a ragionare e a confrontarsi con se stessi e il proprio senso di pietà.

 

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