Ad aggiudicarsi il Nobel per la letteratura 2020 è stata Louise Glück. Una donna. La sedicesima dal 1901 e la terza autrice statunitense dopo due uomini. Una conquista che ha una valenza non solo individuale, ma anche universale, vista l’esigua importanza che, purtroppo ancora oggi in alcuni ambiti e contesti, ricoprono le donne nel mondo.

Ma chi è Louise Glück? Andiamo a conoscerla più da vicino.

I primi passi poetici

Louise Glück (si legge Glik) è una poetessa, saggista e accademica statunitense molto apprezzata in patria. Nasce a New York il 22 aprile del 1943 da una famiglia ebreo-ungherese. Il padre è un uomo d’affari di successo, amante della scrittura; la madre, una donna molto colta per l’epoca, laureata in francese, da cui Louise eredita la passione per i classici, la mitologia greca e la poesia, il suo grande amore. Dopo le scuole superiori, si iscrive, infatti, a svariati corsi e seminari di poesia, dove inizia a conoscere alcuni influenti autori dell’epoca.

La vita come ciclo di morte e rinascita

I più difficili sono gli anni della tarda adolescenza e prima giovinezza, oscurati dal mostro dell’anoressia nervosa, che la costringe a intraprende un percorso psicoanalitico durato ben sette anni. In un saggio descrive la malattia come “il risultato dello sforzo di affermare la propria indipendenza dalla madre”.

Dopo aver lasciato la Columbia senza una laurea, Louise si mantiene facendo la segretaria. Nel 1967 sposa il suo primo marito, da cui però divorzia molto presto. Nel 1968 pubblica la sua prima raccolta di poesie Firstborn a cui seguirà, però, un forte blocco creativo. Anche in questo caso, Louise è in grado di trasformare la crisi in una potente forza creatrice: nel 1975 esce la sua seconda raccolta Marshland, che molti critici ritengono essere l’opera più rivoluzionaria e quella in cui emerge spiccatamente la poetica dell’autrice.

I riconoscimenti letterari

Anche la maternità e il secondo matrimonio conferiscono linfa vitale alla sua penna e al suo impegno culturale, supportato dall’amicizia speciale con la poetessa Ellen Brian Voigt. Nel 1984 viene nominata docente presso il dipartimento di inglese del William College of Massachusetts.

Purtroppo però, l’anno successivo muore suo padre; il secondo lutto che colpisce la famiglia Glück (il primo è stata la morte in tenera età della sorella maggiore) e segna profondamente l’esistenza e la produzione poetica di Louise.

Nel decennio che va dal 1980 al 1990, vengono pubblicate ben quattro raccolte di poesie, in cui emergono la schiettezza e la scabrosità della sua penna, di cui la più famosa resta The Wild Iris che le garantisce il Premio Pulitzer e il National Book Award. Dal 2003 al 2004 è nominata Poeta Ufficiale della Nazione americana.

Il Nobel e una nuova casa nel Vermont

Nella prima intervista rilasciata a poche ore dalla nomina del Nobel, la Glück confessa che con il denaro ricevuto in premio potrà finalmente coronare il suo sogno di comprarsi una nuova casa nel Vermont, dopo che un incendio aveva distrutto la vecchia abitazione negli anni ’80.

Louise non cambia affatto, quindi, il suo stile di vita: isolamento, silenzio, natura incontaminata restano gli ingredienti fondamentali per scrivere poesie come solo lei sa fare.

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