Immagina una storia d’amore

Hai i protagonisti, una giovane coppia che si conosce durante l’adolescenza e cresce insieme, affrontando le avversità della vita per uscirne migliori. Sono personaggi perfetti, affascinanti, complicati al punto giusto: hanno pregi e difetti, che li aiutano o li ostacolano durante lo svolgimento dei fatti.

Sai come inizia la loro storia e come finisce, e anche tutti i passaggi in mezzo. Ma ti rimangono due grandi decisioni da prendere: è ambientata nel Medioevo, nei ruggenti anni ‘20 o nel 2019? E: alla corte di Re Artù, in Italia o a Chicago?

In base alle risposte che darai, il tipo di narrazione cambierà profondamente. Che si tratti di un racconto, un romanzo o una sceneggiatura, lo spazio e il tempo sono importanti tanto quanto il sistema dei personaggi, e quindi meritano la giusta attenzione.

Per non essere accusati di snocciolare infodump a ogni nuova location, alcuni autori evitano le descrizioni dei vari spazi in cui è ambientata la storia a pie’ pari. È vero, se non stese con maestria, diverse pagine espositive riguardo all’ambientazione possono fare danni, ma facendo attenzione a rimanere nell’ambito delle informazioni funzionali, l’autore, salvo rarissimi casi, deve dare al lettore un’ora e un luogo in cui è ambientata la vicenda.

Approfondimento: “Cos’è un’informazione funzionale”

Il tempo

Da Wikipedia:

Il tempo è la percezione e rappresentazione della modalità di successione degli eventi e del rapporto fra essi (per cui avvengono prima, dopo o durante altri eventi).

In narrativa, esistono due concetti di tempo ben distinti: quello della storia, legato alla fabula, e quindi allo svolgimento in ordine cronologico degli avvenimenti, e quello del racconto, legato all’intreccio, e all’ordine e al modo in cui gli avvenimenti vengono raccontati.

Nel primo caso parliamo del tempo come uno dei soggetti alla base di una narrazione, di quelli che vanno definiti con perizia dall’autore durante la progettazione del testo, e che si rivela al lettore solo alla fine dell’opera.

Nel secondo caso, è ciò con cui si interfaccia il lettore nel momento in cui prende in mano una storia per la prima volta.

Progettare una piramide

Soprattutto in fase di progettazione, una tecnica valida, utilizzabile per approcciare quasi ogni aspetto della trama, è quella della struttura a piramide: partendo da una base ampia, stringendo sempre di più l’argomento, si arriva al vertice.

La base, quindi, può essere formata da un contesto storico più o meno preciso come, ad esempio, l’epoca romana, il regno della Regina Anna, gli anni ’80; scalando la piramide potremo trovare un inverno particolarmente duro, il 1702, gli anni della scuola superiore; al vertice, i singoli momenti in cui avvengono le varie scene, come un giorno di gennaio, la mattina dell’incoronazione, l’ora di inglese.

Nella stesura del testo, il concetto di tempo non deve essere strettamente legato a questa struttura, ma può essere più elastico: dare al lettore un contesto ampio per poi scendere nel particolare è un espediente valido ma ordinario.

Si potrebbe partire, ad esempio, al contrario, da un momento ben preciso per poi espanderlo (dalla verifica nell’ora di inglese agli anni dell’adolescenza) o saltare da un momento all’altro, da una scena all’altra, creando un intreccio il cui quadro completo emergerà, come abbiamo già sottolineato, solo al termine della lettura.

Raggiungere l’obbiettivo

Allo stesso tempo, possiamo parlare del tempo anche come entità che scorre, che passa, e che ci permette di avanzare verso l’obbiettivo.

Stabilire fin dall’inizio l’arrivo di un avvenimento importante, infatti, aiuta il lettore a settare una sorta di “orologio” che lo accompagna per la durata del racconto.

Prova a immaginare una storia con una scadenza incombente, come il rientro a scuola, un matrimonio da lì a sei mesi, un debito che va saldato entro sette giorni: possiamo tranquillamente immaginare una trama valida senza porre un “limite” temporale, ma mettere in chiaro un traguardo da raggiungere rafforza l’intensità dello svolgimento dei fatti, perché è tangibile fin da subito.

Lo spazio

Se il “quando” lo può stabilire solo l’autore, sia tramite informazioni dirette ed esplicite che tramite indizi o indicazioni parziali, la costruzione del “dove” richiede un ruolo attivo da parte del lettore.

Sfruttare i cinque sensi

La domanda da porsi è: come faccio a rendere realistica un’ambientazione? La risposta viene dall’esperienza di tutti i giorni, da come noi stessi percepiamo la realtà che ci circonda: ci affidiamo ai cinque sensi. Tenere bene a mente questo concetto è fondamentale per evitare di concentrare le descrizioni solo con la vista.

La maggior parte delle persone percepisce lo spazio attraverso udito, olfatto, tatto, gusto e vista, ed è in questo modo che possiamo rendere “vero” qualcosa scritto su carta, trasmettendolo al lettore. Ciò dà al lettore la possibilità di rappresentare nella sua mente la scena non solo attraverso un’immagine, ma anche attraverso odori, sensazioni tattili e così via.

Un ottimo espediente, in questo caso, è quello di fare interagire i personaggi stessi con lo spazio: “si sentiva profumo di fiori selvatici”, quindi, è corretto, ma “raccolse un ciuffo di fiori selvatici e lo portò al naso: come profumava!” è ancora meglio.

Attenzione! Anche una descrizione ben fatta (che quindi sfrutta diversi sensi) non è quasi mai fine a se stessa: deve essere utile all’autore per trasmettere un’atmosfera, un’emozione o uno stato d’animo.

Quindi, dove siamo?

Ogni volta che un’ambientazione viene introdotta è importante dare un’idea dello spazio in cui si muovono i personaggi.

Non è necessario che sia una descrizione dettagliata della misura delle pareti e il colore delle mensole, anzi, può e deve arricchirsi man mano. In base al tipo di scena e di azione che si svolgono all’interno dello spazio, il tipo e la quantità di informazioni che l’autore deve dare è di una variabilità infinita: il lettore potrebbe familiarizzare con l’ambiente prima che l’azione si svolga; oppure, se i personaggi ci si trovano per la prima volta, potrebbe scoprirlo insieme a loro.

E ora… in macchina!

Uno spostamento può essere considerato il punto d’incontro tra tempo e spazio.

Hai mai notato che in alcuni film o serie tv i personaggi arrivano quasi “magicamente” in un posto senza una spiegazione? Non è forse uno degli aspetti più fastidiosi? In ambito cinematografico è questione di minutaggio, ovvero la durata complessiva che deve avere una pellicola, e di ritmo (e spesso alcuni di questi spostamenti mancanti si trovano tra le scene tagliate).

In un prodotto scritto che non abbia limiti di battute, però, come ci si sposti dal punto A al punto B non è quasi mai un’informazione sacrificabile: salirono in auto, dopo un lungo viaggio in carrozza, presero il primo aereo… bastano davvero poche parole per permettere al lettore di orientarsi!

Hai studiato attentamente il tempo e lo spazio in cui si svolge il tuo racconto? Hai creato una scheda dettagliata per ognuno di questi aspetti, andando ad analizzare le caratteristiche e i termini appropriati?

Se hai bisogno di aiuto a individuare gli espedienti giusti per mostrare il mondo della tua storia al lettore, non esitare a contattarci!

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