Era il 1997, e nel Regno Unito usciva in libreria “Harry Potter e la pietra filosofale”, un libro per bambini di genere fantastico, dell’autrice esordiente J. K. Rowling.

Con una tiratura iniziale di sole cinquecento copie, viene rapidamente riconosciuta come un’opera di valore, e i diritti per la pubblicazione vengono acquistati anche all’estero. Nel 1998 arriva in Italia grazie a Salani, una casa editrice che, nonostante vantasse già un gran numero di autori molto conosciuti (Roald Dahl, Silvana de Mari, Astrid Lindgren, per dirne alcuni) con la traduzione del primo volume della saga (a cura di Marina Astrologo) ottiene un successo di massa.

Oggi Harry Potter può essere considerato un classico della letteratura per ragazzi che, come molti nel suo genere, è apprezzato da più generazioni.

Perché?

Che cosa è un “classico”?

Non c’è una definizione unica di romanzo classico, eppure nessuno di noi fatica a citarne diversi:

  • Orgoglio e Pregiudizio
  • I promessi sposi
  • Frankenstein
  • Guerra e pace

Quindi, tutti i classici sono “vecchi”, ovvero scritti prima del 1900?

Assolutamente no, altrimenti non potremmo considerare classici Il buio oltre la siepe (1960), Il nome della rosa (1980), Storia di un corpo (2012), e moltissimi altri.

Quindi non è qualcosa che risiede nella data di pubblicazione, ma nemmeno nel genere.

Frankenstein è fantascienza allo stato puro, Il nome della rosa è storico, Storia di un corpo è narrativa.

L’età dei lettori, forse?

Nemmeno: Mary Poppins è per un pubblico giovane ma è considerato un classico, proprio come lo è Delitto e castigo sebbene il target sia opposto.

Un classico, dunque, è un libro trasversale, da cui a ogni rilettura si possono trarre nuovi insegnamenti e nuove sfumature, e può essere vissuta come la prima volta.

È un libro indimenticabile, dice Calvino nel suo Perché leggere classici, un libro che si nasconde “… nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale”.

Harry è cresciuto

Una delle peculiarità di Harry Potter è proprio la sua trasversalità, cioè la sua capacità di colpire più generazioni e più culture contemporaneamente (è stato infatti tradotto in oltre ottanta lingue). Chi, come me, ha letto il primo volume da bambino, quasi in contemporanea con la sua uscita, ha vissuto l’adolescenza con una certezza: anche quell’anno sarebbe uscito un nuovo libro, con una nuova avventura.

Ricordo che i miei genitori, passato un iniziale scetticismo, avevano accettato di aggiungerlo al loro elenco delle letture, forse spinti dall’entusiasmo mio e di mia sorella, e ogni estate aspettavano la pubblicazione del volume successivo, trepidanti quanto le figlie.

Ancora nel 2016, con l’uscita di Harry Potter e la maledizione dell’erede, tratto dall’omonima produzione teatrale, che mostrava i personaggi della saga originale ormai adulti, la Potter fever non sembrava finita.

Non si tratta solo, quindi, di un romanzo di formazione, che segue cioè un protagonista dall’infanzia alla maturità. L’autrice ha saputo creare una serie di libri che parte dichiaratamente “per bambini”, per assumere toni sempre più maturi e cupi nel corso della storia, fino a diventare “per adulti”.

La struttura vincente

Gli elementi essenziali per la buona riuscita di una trama e che caratterizzano la storia a livello strutturale e di contenuto ci sono tutti, e possiamo analizzarli uno per uno:

  1. Personaggi

Non solo i protagonisti, ma tutti i personaggi hanno dei tratti caratteriali ben precisi. Hanno dei pregi e dei difetti, che vengono mostrati (show, don’t tell) tramite le loro azioni e interazioni. Queste sono sempre coerenti con ciò che sappiamo di loro, e anche quando sono inaspettate rimangono motivate. Essendo realistici negli atteggiamenti e nei ragionamenti, ci si può facilmente immedesimare in loro; soprattutto i protagonisti, dunque, ispirano empatia.

  1. Spazio

L’ambientazione è entrata nell’immaginario collettivo con prepotenza: un mondo di maghi e streghe parallelo a quello delle persone non magiche, del quale i libri descrivono solo una minima parte, strettamente legata alle esperienze dei protagonisti, e lasciano il resto all’immaginazione dei lettori.

Così la scuola dove si svolgono la maggior parte delle vicende, Hogwarts, è descritta dettagliatamente, sia negli ambienti interni che esterni. Ma abbiamo anche scene ambientate nel quartiere segreto di Londra chiamato Diagon Alley, nella precaria casa della famiglia Weasley, o nell’unica cittadina della Gran Bretagna abitata solo da maghi, Hogsmeade.

Ognuno di questi luoghi (e molti altri) appaiono reali, soprattutto perché vengono descritti tramite tutti e cinque i sensi: il cibo che servono nella Sala Grande fa venire l’acquolina in bocca, il calore dei camini è sempre presente, in alcune aule regna un perenne brusio e in altre il silenzio assoluto.

  1. Tempo

Sul piano generale, la saga di Harry Potter è ambientata ai giorni nostri, più precisamente negli anni ‘90.

A indicarlo fin dall’inizio è il tipo di vita della famiglia Dursley. Più avanti nella storia vengono dati indizi più specifici, come date di nascita e di morte che, con semplici calcoli, confermano la prima impressione.

Scendendo nello specifico, l’autrice utilizza l’espediente dell’anno scolastico per rafforzare il concetto dello scorrere del tempo.

In quasi tutti i libri, la vicenda parte da poco prima dell’inizio della scuola e termina con la sua conclusione, alle porte delle vacanze estive. E non solo: fin dal primo volume viene messo in chiaro che il ciclo scolastico ha una durata di sette anni. Così è ragionevole che il lettore, finito Harry Potter e la pietra filosofale, aspetti un seguito di sei libri.

La Rowling stringe con il lettore un patto narrativo, che onora.

Nel particolare, si susseguono compleanni, lezioni, feste, stagioni, esami, a indicare il tempo in cui si svolgono le varie scene, che procedono in modo lineare. Nei libri non sono presenti flashback o flashforward, perché anche nelle rare volte in cui non seguiamo il punto di vista del protagonista, ciò che accade sta accadendo in contemporanea con la linea narrativa principale.

[Come si costruiscono lo spazio e il tempo in un romanzo? E perché è importante farlo bene? Leggi l’articolo qui]
  1. Conflitto, sistema di causa-effetto, informazioni funzionali

Viene stabilito un conflitto esterno molto chiaro: c’è un Signore Oscuro che è stato sconfitto dieci anni prima da un Harry Potter in fasce, e adesso la sua nuova ascesa al potere deve essere fermata.

Emerge subito un problema, come risolverlo è lo scopo dell’intera saga.

Non mancano però ostacoli e conflitti secondari: la scuola stessa, agli occhi di un ragazzo, è una difficoltà; si creano legami e rapporti interpersonali che devono essere gestiti al meglio; diversi oppositori mettono in difficoltà i protagonisti lungo la trama.

Ognuno di questi avvenimenti è legato dal sistema di causa ed effetto: ogni ostacolo superato serve a far avanzare la storia, o a imparare qualcosa che servirà nel corso di un conflitto successivo.

Infatti, nessuna informazione è lasciata al caso: sono tutte funzionali, e cioè servono in funzione della trama, o per caratterizzare i personaggi e l’ambientazione. Uno dei punti forti dell’autrice è stato proprio quello di dare informazioni all’apparenza inutili e di renderle poi indispensabili in un secondo momento, anche a distanza di più libri: si è fidata dei lettori e della loro capacità di tenere a mente molti dettagli, sfruttandola per creare un’opera che quasi tutti, oggi, conoscono.

Il viaggio di Harry Potter

La struttura della trama stessa è riconducibile al modello circolare del viaggio dell’eroe, di cui abbiamo parlato in questo articolo [link], su molteplici livelli: Harry parte da casa Dursley per andare a Hogwarts, e alla fine di ogni anno ci ritorna, sebbene controvoglia; ma Harry parte in realtà da Godric’s Hollow, la cittadina dov’è nato, e vi torna verso la fine della saga, sebbene per poco tempo; Harry parte, infine, da una famiglia dov’è molto amato, e riesce a tornarci costruendone una sua, grazie ai suoi amici.

In conclusione

Ecco che la saga di Harry Potter presenta tutti gli elementi di una trama vincente, ben costruiti e ben organizzati, creando una struttura solida, dei personaggi con cui entrare in empatia, e un’ambientazione indimenticabile.

Ha colpito più generazioni e più culture parlando di temi trasversali come la crescita, la famiglia, il potere politico e il razzismo, presentandosi come un libro di genere fantastico ma ricco di mistero, relazioni d’amore e d’amicizia, problemi di tutti i giorni e battaglie per la sopravvivenza.

Ed ecco com’è diventato un classico.

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