Quando ero piccola, per divertimento, inventavo storie con la mia compagna di giochi e le trascrivevo su svariati quaderni. Tenevo un diario segreto dove annotavo i pensieri della giornata e riordinavo le idee. Ho perfino riempito un paio di vecchie agende con centinaia di pagine che parlavano di una ragazza alla ricerca di misteriose pietre che avrebbero riportato la magia nel mondo.

Ho sempre avuto il pallino della scrittura: adesso lo so. Mi sono dovuta avvicinare ai trenta per rendermene conto. Ora che sono entrata nel settore dell’editoria (sebbene io sia solo, per ora, alla soglia di questo mondo) posso guardare indietro e ripercorrere i miei passi, giudicando le mie scelte e analizzando che cosa è andato bene e che cosa sarebbe potuto andare meglio.

Voglio quindi condividere la mia esperienza, tracciando una guida fatta di piccoli passaggi, in modo da offrire una luce guida nel mare della pubblicazione.

Da solo o in compagnia?

Innanzitutto, dividiamo la pubblicazione in tre tipologie:

  • con una casa editrice
  • con il self-publishing
  • a pagamento

Quest’ultima categoria consiste nel pagare, da autore, perché un “editore” pubblichi il tuo romanzo; alcuni chiedono direttamente un contributo economico per la stampa, altri chiedono l’acquisto di un numero minimo di copie, altri ancora chiedono di comprare un tot di altri romanzi pubblicati da loro: in ogni caso, sono da evitare. Se è coinvolto un editore, l’autore non è tenuto a sborsare un singolo centesimo. Sarebbe come pagare per lavorare. Per questo motivo, non approfondirò l’argomento; il web è pieno di allettanti pubblicità di editori a pagamento, e l’unico suggerimento importante che ho da darti è quello di starne alla larga.

Un discorso totalmente diverso è quello dell’autopubblicazione, o self-publishing: lì è l’autore stesso a “sostituirsi” all’editore, per cui è ovvio che il capitale da investire sia totalmente a suo carico. Allo stesso tempo, anche il guadagno sarà completamente nelle sue tasche – tolte le naturali (ed eventuali) spese di grafica, stampa, promozione, eccetera.

In questo articolo ti parlerò del percorso che mi ha portato a pubblicare con una piccola casa editrice; nel prossimo, analizzerò invece la pubblicazione in self.

Attenzione: questo è stato il mio percorso personale, pertanto non è da ritenersi come l’unico e universale, ma solo un esempio di una strategia valida.

Datti un obbiettivo

Un giorno, cinque o sei anni fa, ricordo di aver visto in televisione la pubblicità di un concorso letterario, con la scadenza di lì a due mesi, e di essermi detta: lo faccio.

Per la prima volta nella vita mi ero posta un obbiettivo. Erano anni che, parola dopo parola, un pezzetto per volta, provavo a costruire la trama di un libro. Non si trattava della ragazza con le pietre magiche: questa volta scrivevo di un castello infestato da fantasmi. Lo facevo giusto per passare il tempo, non avevo un progetto vero e proprio: nessuna scaletta, schede dei personaggi, non avevo nemmeno un finale. Ma con un obbiettivo (e, soprattutto, una scadenza) ben chiaro in mente, mi sono messa a scrivere. Ore e ore, ogni giorno. Mi ero messa in testa di non perdere quella routine che avevo trovato con tanta fatica. E nei due mesi seguenti, incredibilmente, finii il manoscritto in tempo per partecipare al concorso.

Stampate e rilegate dieci copie, le distribuii a parenti e amici fidati per avere dei feedback, raccomandandomi: siate obbiettivi! E ricevetti vari commenti, più o meno utili, più o meno costruttivi, più o meno condivisibili. Dopo aver fatto qualche modifica in accordo con i suggerimenti, con grande trepidazione, inviai il manoscritto.

Non ho mai avuto risposta. Il termine delle selezioni è arrivato e passato; ci sono state le premiazioni, senza di me.

Ma, ehi, a quel punto avevo comunque per le mani la bozza di un libro.

Dopo quasi un anno dall’invio lo ripresi in mano e pensai: ho sbagliato tutto. Non solo non avevo tenuto conto della tipologia di concorso, ma nemmeno del mio target. Se avessi voluto agire di nuovo, questa volta avrei dovuto farlo in modo diverso.

Prepara sinossi, scheda libro e e-mail

L’e-mail è il primissimo approccio diretto che si può avere con una casa editrice, una sorta di biglietto da visita dell’autore. Dopo alcuni tentativi, sono arrivata a formularne una generica in cui riuscivo a presentarmi brevemente, a riassumere in poche righe il contenuto del libro e a mostrare il mio stile di scrittura.

Se la mail è il biglietto da visita dell’autore, la sinossi può essere vista come l’equivalente per il romanzo: una sinossi completa riassume tutta la vicenda dall’inizio alla fine, mostrando i nuclei narrativi e il loro legame causa-effetto. Deve essere chiara, completa, precisa e accattivante.

Nella scheda libro ho precisato i dettagli tecnici come i miei dati personali, il genere del romanzo, il target, il numero di pagine e di battute.

Fatti seguire da un professionista

Per quanto amici e parenti mi abbiano aiutato (e sono molto grata per questo), oggi so che non si possono sostituire a un professionista. Anni fa, però, non conoscevo la figura del beta-reader, e nemmeno tutti i servizi di agenzie come l’Accademia della scrittura.

In questa fase, è utile avere il riscontro di una figura del settore editoriale: una lettura professionale fatta da un beta-reader aiuta a comprendere la leggibilità del testo e il suo target; una scheda di valutazione mette a nudo i punti di forza e i punti deboli di un testo, indicando delle possibili soluzioni; con un editing è possibile consolidare la trama, migliorare ritmo e personaggi, o risolvere delle problematiche. Tutte queste sono possibilità atte a far emergere il meglio da un testo, così da proporre all’editore un’opera che esprime il massimo delle sue potenzialità.

Prendi la mira

Per capire quali fossero le case editrici adatte al mio romanzo sono partita dai miei libri: ho cercato titoli e autori che mi hanno ispirato e genere del manoscritto, segnando le case editrici che li hanno pubblicati. Poi mi sono spostata in biblioteca e in libreria e ho fatto lo stesso. Ho ottenuto così un primo elenco, ampliatosi notevolmente una volta passata alla ricerca online. Le case editrici italiane, infatti, sono centinaia, di piccole, medie e grandi dimensioni.

Per ogni editore è stato necessario capire:

  1. se trattasse romanzi sul genere del mio manoscritto;
  2. se accettassero o meno dei romanzi inediti;
  3. le modalità di invio degli stessi.

Gli editori ricevono decine di richieste da esordienti ogni giorno, quindi una prima scrematura è indispensabile. Inviare un manoscritto a chi dice esplicitamente di non accettarli (per qualsivoglia motivo) mostra mancanza di attenzione e rispetto, così come proporre un fantasy a chi pubblica solo gialli o inviare un file .pdf quando è richiesta una copia cartacea.

La ricerca di queste tre informazioni deve essere meticolosa: ti consiglio di creare un documento, fisico o digitale, in cui annotare tutti i dati che riesci a raccogliere.

Affidati a un agente

Ti segnalo un ulteriore passaggio che non ho affrontato, ma che costituisce un grande alleato nell’ottica della pubblicazione: cerca un agente letterario, che presenti il tuo libro alle case editrici più adatte e che difenda i tuoi interessi. Il suo ruolo è quello di tramite tra l’autore e l’editore: è ben inserito nel settore, conosce il mercato e sa quale valore dare a un testo.

Invia il manoscritto e armati di pazienza

Elenco alla mano, ho inviato il testo a tutte le case editrici che avrebbero potuto essere interessate alla mia opera. Ho seguito attentamente le istruzioni di ognuno di loro, evitando un invio di gruppo e personalizzando, invece, ogni e-mail. Alcuni editori hanno richiesto documenti specifici, come una liberatoria per trattare i dati personali; ad altri ho dovuto inviare solo le prime pagine del libro; altri ancora non chiedevano nient’altro che la sinossi.

Normalmente i tempi di attesa sono molto lunghi, tra i sei mesi e i due anni, e di solito sono specificati nelle indicazioni relative all’invio del manoscritto. Bisogna quindi pazientare.

Vantaggi e svantaggi

  • Il valore che la casa editrice stessa dà al tuo testo, che è stato selezionato in un’ottica di qualità e di vendita;
  • Le connessioni che l’editore ha con librerie, fiere, eventi letterari, scuole, e così via: ti può fornire un’ottima rampa di lancio!
  • Il supporto dato nella promozione del romanzo, amplificato dai suoi canali.
  • Il guadagno minimo: a fronte del prezzo di copertina, l’autore normalmente prende una percentuale molto bassa per ogni copia venduta;
  • Una grande fetta del lavoro di promozione è comunque nelle tue mani: devi saperti mettere in gioco!
  • La lunga attesa per una risposta positiva può scoraggiare e precludere altre strade, come la partecipazione ai concorsi.

E se volessi procedere con il self-publishing?

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2 pensieri su “Pubblicare un libro: da dove cominciare

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