Il dialogo è il modo con cui la maggior parte delle persone si interfaccia con gli altri. In quanto animali sociali, gli esseri umani non possono fare a meno di comunicare, e la forma di comunicazione verbale per eccellenza è proprio il dialogo, cioè uno scambio di battute legate tra loro.
In letteratura, il narratore può inserire nel suo racconto i dialoghi tra i personaggi attraverso l’uso del discorso diretto. È normale non sapere da dove cominciare quando si devono far parlare i personaggi. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un aspetto critico della narrativa, poiché i dialoghi costituiscono una buona fetta dell’intero romanzo.
I dialoghi, sia nella realtà che sui libri, possono riflettere uno stato d’animo, spiegare una situazione, creare atmosfera; servono a caratterizzare i personaggi, a sviluppare la trama, a descrivere un ambiente.
Per questo scrivere un dialogo richiede attenzione, e non è sufficiente mettere per iscritto un flusso di parole senza analizzarle minuziosamente. I dialoghi, inoltre, devono essere verosimili ma non veri: ti invito a provare a pensare, nella vita di tutti i giorni, a quante mezze frasi, domande senza risposta e suoni che non sono parole pronunci. Te lo assicuro: sono tantissimi!
Dialoghi efficaci
Dunque, scrivere dialoghi efficaci è uno dei passaggi più delicati nella scrittura di un romanzo, perché dalle battute di un discorso diretto il lettore può capire molto sul carattere dei personaggi e anche sull’andamento della storia. Scrivere un buon dialogo non è facile, perché da una parte bisogna cercare di rendere con la parola scritta il parlato, dall’altra è necessario costruire frasi complete che abbiano un senso, quando invece la comunicazione orale spesso prescinde dalla sintassi.
Un dialogo può dirsi efficace quando al suo interno si sentono solo le voci dei personaggi coinvolti nella scena e non quella dell’autore. Un dialogo, infatti, è come una scena teatrale o una scena di un film in cui vedi due o più personaggi parlare tra loro: ascolti le loro battute, osservi i loro comportamenti e le loro espressioni e così ti cali dentro la scena completamente, la prendi per vera e ti dimentichi che le battute sono state scritte da uno sceneggiatore e che i movimenti e i gesti sono decisi da un regista. Questo è quello che dovrebbe succedere anche dentro un romanzo. Mentre legge i dialoghi che tu hai scritto, il lettore deve vedere nella sua testa la scena vera e propria, deve immaginare le facce, gli sguardi, i movimenti, senza interferenze dal mondo reale.
All’interno di un romanzo, un dialogo porta avanti la vicenda, dando informazioni nuove al lettore o mostrando il carattere dei personaggi coinvolti; d’altra parte, però, se è scritto male, può rallentare il ritmo della narrazione con chiacchiere inutili.
Funzioni di un dialogo
In un romanzo il dialogo è utilizzato per assolvere delle funzioni precise:
- fornire informazioni
- contestualizzare la vicenda
- caratterizzare un personaggio
- far emergere il conflitto
- ricreare un’atmosfera
- muovere il ritmo della narrazione
Non ci sono regole per la quantità di dialogo da inserire in un test, tenendo bene a mente che è un modo per portare il lettore nel presente, qui e ora del racconto, lo fa accadere in tempo reale, mentre una descrizione (di un’azione, di un ambiente, di una scena) può rallentare il tempo o accelerarlo di molto. Idealmente, un romanzo dovrebbe cercare l’equilibrio tra le parti dialogiche e le parti descrittive.
In letteratura, tutto ciò che non contribuisce all’architettura di una storia va tagliato, ciascuna battuta deve avere uno scopo. In caso contrario, essa non potrà che appensatire la narrazione.
Il sottotesto
Come abbiamo visto in questo articolo, quando costruiamo un dialogo dobbiamo far tesoro di come funziona la comunicazione: del sottotesto, delle contraddizioni, dei silenzi, di quando diciamo l’opposto di quello che veramente intendiamo. La contraddizione tra ciò che viene detto e quello che si intende produce tensione o intensità tra i personaggi.
I personaggi possono anche parlare di frivolezze, ma allora nel sottotesto, attraverso la scelta precisa di parole ed espressioni, dobbiamo esprimere alcune caratteristiche del personaggio o il rapporto tra i due parlanti.
La Voce del personaggio
Per scrivere dialoghi significativi bisogna pensare agli stessi come se fossero un’estensione dell’azione. Si agisce per ottenere qualcosa, per soddisfare i propri desideri: ogni personaggio deve avere degli obbiettivi e deve parlare per realizzarli.
Come dicevamo più sopra, una delle funzioni del dialogo è quella di caratterizzare il personaggio, che quindi si esprime attraverso parole precise. La sua caratterizzazione avviene attraverso la conoscenza che ha del mondo: dobbiamo prestare quindi molta attenzione alla scelta dei vocaboli.
Un altro aspetto da considerare nei dialoghi è la personalità di chi si esprime attraverso le parole. Occorre immedesimarsi nel personaggio per scrivere dialoghi appropriati. Una volta entrati nella parte, è facile farlo agire, pensare e, soprattutto, parlare come dovrebbe. Se vuoi che tutti i personaggi della tua storia abbiano una loro voce e non suonino tutti uguali al lettore, devi quindi preoccuparti di due aspetti: la caratterizzazione psicologica e il modus parlandi.
Per approfondire la Voce del personaggio, leggi questo articolo!
Ritmo
Per scrivere dialoghi efficaci non basta impostare una sequenza di battute. Ogni dialogo, in effetti, deve presentare un’amalgama di narrazione e battute per risultare utile, naturale e contestualizzato.
Non sempre, badate. Un dialogo composto da una semplice alternanza di battute è comunque adatto a certe situazioni. È un modo per porre l’attenzione sul discorso stesso e, al contempo, per far progredire la scena più in fretta. Se le linee di dialogo sono brevi, inoltre, la sequenza acquista un ritmo ancora più veloce.
Certo, non è una scelta che può protrarsi oltre una manciata di battute, o finirà per sembrare surreale e avulsa dal resto della narrazione. Al contrario, un dialogo ricco di descrizioni assume un ritmo lento e carico di atmosfera, mentre i pensieri conferiscono un carattere introspettivo e personale al discorso.
Verosimile ma non vero
L’obiettivo principale della scrittura di dialoghi è dunque quello di rendere più vera e credibile la vicenda narrata. Con le scene dialogiche, infatti, il lettore vede vivere i personaggi davanti ai suoi occhi, sente le loro “voci”, si cala nella storia il ritmo della narrazione assume tratti più realistici.
Per essere efficaci i dialoghi in un romanzo, però, devono essere verosimili ma non veri. La trascrizione fedele di un dialogo reale risulterebbe in un testo sconnesso e per nulla efficace. Nella vita reale, infatti, quando parliamo, tutti noi passiamo da un argomento all’altro senza logica apparente, non ci preoccupiamo della correttezza sintattica delle frasi che costruiamo, spesso usiamo espressioni gergali, ci interrompiamo l’un l’altro in continuazione e soprattutto ripetiamo, ripetiamo, ripetiamo. Se tu volessi riportare per iscritto un dialogo ascoltato tra persone reali, otterresti un testo scorretto, incomprensibile o noioso.
Quando componi un dialogo, prova a rileggerlo ad alta voce e poniti queste domande: suona realistico? È noioso? Che cosa voglio ottenere in questo scambio di battute? Sto assolvendo una precisa funzione?
Richiedi una scheda di valutazione, sapremo indicarti se il dialogo è uno dei tuoi punti forti o se c’è ancora da lavorare!