La risposta breve è: sì. E lo ammetto con sofferenza, perché io odio gli esercizi di scrittura. Il solo pensiero di vedermi assegnato un “tema”, un “argomento”, o una “frase da cui prendere ispirazione” mi fa saltare i nervi.
Sarà il trauma della scuola superiore, dove la scrittura creativa non la si vede nemmeno da lontano; sarà che all’università ognuno doveva leggere i propri testi ad alta voce, e così a giudicare il mio stile non era solo il professore ma anche una schiera di aspiranti critici.
Sta di fatto che il mio cervello si rifiuta automaticamente di accettare l’idea che gli esercizi di scrittura possano essere utili, se non addirittura divertenti.
Eppure è così, e per dimostrarlo basta che io riesca a convincerti a provare: i primi risultati si vedono in poco tempo!
Cosa e perché
La produzione e l’articolazione di idee valide è molto soggettiva, ma risponde a dei criteri dettati dalla critica letteraria, ovvero l’insieme di strumenti teorici e pratici dedicati alla valutazione della letteratura. Detto in parole povere, esistono delle linee guida che un narratore deve necessariamente seguire per poter definire ciò che fa, appunto, narrazione. Queste linee guida si apprendono con lo studio, con il confronto e con l’esercizio.
Il punto è che non basta “avere delle idee”: bisogna anche sapere come svilupparle, arricchirle, elaborarle. Bisogna fare propri quegli strumenti che sono a disposizione dello scrittore, creando, con l’esercizio, una personale “cassetta degli attrezzi”, dove trovare l’espediente giusto al momento giusto.
Gli esercizi di scrittura creativa servono a sviluppare quella capacità di creare trame e personaggi che non esistono ancora. Significa allenare la propria mente a immedesimarsi nel mondo che si vuole rappresentare solo con le parole.
Parola d’ordine: costanza
Alla base dell’efficacia di ogni esercizio ci sono l’impegno e la costanza. Non basta, infatti, decidere di cimentarsi con una qualche prova una sola volta nella vita: quello che serve è una certa regolarità, che può essere cadenzata in ore, in giorni, ma anche in settimane. Si potrebbe decidere, ad esempio, di dedicare un po’ di tempo, ogni giovedì sera, alla scrittura.
È importante creare un momento esclusivo per l’esercizio, soprattutto se non si scrive di abitudine o lavoro, ma solo come passatempo occasionale. Proprio come i muscoli si abituano all’attività fisica regolare, anche il cervello risponde positivamente a un allenamento costante. Il tempo che scegli di dedicarvi esclusivamente (e magari anche lo spazio – una scrivania, un tavolo, un laptop sulle ginocchia seduto in poltrona), aiuta a entrare nella giusta forma mentis, in modo che ogni tuo neurone possa essere focalizzato sulla sfida del momento.
Di cosa scrivere?
Detto semplicemente, di tutto!
Puoi decidere di darti da solo dei temi, ispirandoti all’esperienza di tutti i giorni: descrivere una persona appena conosciuta, riportare la tua giornata a mo’ di diario, inventare il dialogo che avresti voluto avere con il capo… la vita è piena di spunti! Il mio consiglio in questo caso, però, è quello di definire come prima cosa un piano di esercizi, per non rischiare di scrivere ogni volta un flusso di pensieri (che, però, può essere uno degli esercizi). Supponendo un impegno settimanale, per un anno intero è sufficiente idearne 52.
Se, invece, preferisci che lo stimolo venga dall’esterno, sono moltissimi i siti web e le app che suggeriscono esercizi di scrittura creativa. Te ne suggerisco alcuni:
- Phoebe, un’app creata dalla Scuola Holden di Torino che fornisce quotidianamente degli spunti da elaborare. È in rodaggio, per cui non ancora perfetta, ma tutta italiana.
- iDEAs for writing, in inglese e in spagnolo, genera degli esercizi per diverse categorie come la creazione di personaggi o lo sviluppo dei dialoghi.
- Call of writing, utilizzabile sia sul telefono che sul computer, propone un semplice tasto che genera un incipit casuale, da cui lasciarsi ispirare. Anche in questo caso, bisogna masticare un pochino di inglese.
Non esistono voti, per cui l’unico a poter valutare il risultato sei tu. Per questo occorre armarsi di spirito autocritico: parte integrante dell’esercizio è il lavoro di analisi che l’autore deve compiere dopo aver prodotto un testo.
Piccola parentesi: il talento
Scrivere bene può essere un talento in parte innato, ma va mantenuto con lo studio e l’esercizio continuo. D’altra parte, ritengo che questa capacità possa nascere e svilupparsi anche in assenza di un’attitudine di base, proprio grazie all’impegno che una persona decide di dedicarvi.
Scrivere non è soltanto aspettare l’ispirazione, ma anche (e soprattutto) spronare la propria mente a produrre a comando, di qualsiasi argomento si tratti.