I mestieri della scrittura

Quest’anno vorrei proporti una rubrica mensile che riguarda tutti quei mestieri che fanno della scrittura il loro strumento principale. Gli scrittori, infatti, si trovano in molti i campi, e usano la loro padronanza della lingua per trasmettere informazioni e idee. Si occupano di diversi tipi di contenuti come articoli, racconti e pubblicità. Alcune persone diventano sceneggiatori, o creano contenuti per spettacoli radiofonici. La creazione di testi gioca un ruolo importante in molte carriere, che richiedono competenze differenti.

Per iniziare in bellezza, oggi parliamo del lavoro associato alla scrittura per antonomasia, cioè quello del romanziere, un termine piuttosto desueto che significa “scrittore di romanzi”, cioè una persona che vive dei diritti guadagnati dalla vendita dei suoi libri.

Chi è lo scrittore?

Naturalmente si può essere scrittori anche quando si scrive senza percepire un compenso, per pura passione. Moltissime persone, infatti, sono dotate di un talento per la scrittura. Lo scrittore professionista, però, è colui che si dedica all’attività letteraria come lavoro.

L’attività dello scrittore non consiste solo nello scrivere seduti alla propria scrivania, ma vanno affiancati al talento uno studio costante, continue letture e l’affinamento e l’esercizio della tecnica. Inoltre, sia con una casa editrice alle spalle che, e soprattutto, nell’ambito dell’auto pubblicazione, bisogna pensare anche alla propria promozione personale, per aumentare le vendite del libro.

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Inventiva, creatività e spirito di osservazione sono tra le caratteristiche principali di uno scrittore, il quale deve riuscire a esporre dei contenuti con una capacità che non è alla portata di tutti. Un valido scrittore è, in primis, egli stesso un lettore. Le sue competenze devono essere integrate con la conoscenza dei diversi stili espositivi e con la padronanza di registri linguistici, delle regole grammaticali e di quelle sintattiche.

Vendere parole

Il guadagno che segue la pubblicazione di un testo dipende sempre dalle vendite: più copie saranno vendute e maggiore sarà la possibilità di ricavo. Su ogni copia acquistata, solo una piccola percentuale spetta all’autore del libro, soprattutto se si tratta di autori esordienti o poco noti. Escludendo eventuali guadagni provenienti da altri settori dell’editoria, dal cinema, dalla televisione o da qualunque altro lavoro, bisogna sapere che il guadagno deriva dalle royalties. Si tratta di una percentuale che la casa editrice paga allo scrittore per ogni copia di libro venduto. In media, le royalties si aggirano intorno il 7% del costo del libro.

Link – I libri sono cari?

Non sempre si vive solo scrittura…

Sono pochi gli scrittori che possono sostenersi economicamente con il solo guadagno derivante dalle royalties. Nella maggioranza dei casi, lo scrittore non si dedica solo alla scrittura dei libri. Gli autori di successo sono spesso persone che hanno modo di farsi conoscere dal pubblico attraverso altri mezzi. Sono autori di un blog, sono editor, sono giornalisti, oppure sono famosi in altri ambiti come sport e spettacolo.

Ad esempio, Chiara Gamberale è anche una giornalista, John Grisham è anche un avvocato, Andrea Vitali è anche un medico. Considera che perfino Kafka, oltre a scrivere, lavorava per una compagnia di assicurazioni!

… ma è possibile!

Ti voglio mostrare, però, anche alcuni esempi di autori che oggi vivono esclusivamente grazie alle royalties. Tutti, in ogni caso, hanno fatto varie esperienze e hanno lavorato duramente per raggiungere l’obbiettivo. Non a caso, tutti i tre autori scelti hanno esordito come scrittori dopo i trent’anni!

  • Bianca Pitzorno, grazie alla specializzazione in cinema e tv, ha lavorato molti anni come autrice di programmi tv, ma anche come archeologa, insegnante e traduttrice. Nel 1973 ha pubblicato il suo primo romanzo, Sette Robinson su un’isola matta, che è passato tra le mani di diversi editori prima di arrivare a Mondadori. Da lì in avanti non ha mai smesso di scrivere libri, arrivando a pubblicarne più di cinquanta.

Il professor Alberto Conforti dice di lei:

“Bianca Pitzorno è un caso molto interessante per il contesto italiano. L’editoria italiana tende a essere piuttosto schematica, cioè a fossilizzare un autore dentro ad un genere. Pitzorno ha iniziato a scrivere e pubblicare libri per ragazzi e, successivamente, anche a pubblicare libri per adulti. […] È una scrittrice che sta dimostrando una maturità straordinaria fuori dagli schemi perché la letteratura di genere, come quella per ragazzi e bambini, ha delle regole, come tutti i generi. Lo scrittore a tutto tondo è capace di scrivere al di fuori di queste regole di genere.”

La stessa Pitzorno, in un’intervista di Jolanda Di Virgilio per Il Libraio, dice del mondo dell’editoria:

“Manca una sorta di coalizzazione. […]. Per esempio, negli anni Settanta, gli illustratori erano sottopagati per fare tavole e copertine, non c’era e non c’è una legge che li difenda, ma gli editori ne avevano bisogno. […] Invece di mettersi insieme, […] hanno cominciato a lottare tra di loro per aggiudicarsi l’incarico.”

  • Haruki Murakami, grazie alle letture del padre e alla biblioteca della scuola superiore, ha scoperto i libri di autori stranieri, soprattutto di lingua inglese, e ha cominciato a scrivere sul giornale della scuola. Una volta adulto, ha lavorato presso una rete televisiva, un negozio di dischi e in una caffetteria. Scontento della sua situazione lavorativa, ha aperto un jazz bar insieme alla moglie. Nel 1978 ha scoperto improvvisamente la sua vocazione letteraria, iniziando a scrivere Ascolta la canzone del vento e altri romanzi, che gli sono valsi diversi premi. Dopo aver viaggiato molto, nel 2001 si stabilisce a Ōiso, dove vive tuttora dedicandosi, oltre che alla scrittura, alla corsa: vanta infatti all’attivo oltre venticinque maratone.

Murakami sostiene:

“Scrivere un libro è un po’ come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno. Paragonare la scrittura alla maratona è qualcosa di efficace. Sono attività solitarie, che prevedono un impegno intimo. E un elemento chiave: la costanza.”

  • Isabelle Allende è nata in Cile in un periodo di grandi cambiamenti politici, di cui la sua stessa famiglia è stata protagonista. Durante gli anni della formazione si è trasferita più volte a causa del lavoro di diplomatico del suo patrigno, per poi tornare al suo paese d’origine dove ha studiato e lavorato come giornalista. Grazie all’aiuto del cugino del padre, Salvador Allende, futuro presidente del Cile, che verrà assassinato durante il colpo di Stato del 1973, a Isabel e ai suoi fratelli non manca la possibilità di vivere senza problemi economici.

Nel 1982 ha pubblicato il suo primo romanzo, La casa degli spiriti, che trae spunto dalle vicende della famiglia Allende e nasce da una lettera scritta per il nonno, in gravi condizioni di salute. Nel 1992 ha subito una gravissima perdita, e anche in questo caso l’autrice ha sfruttato il dolore, incanalandolo ed elaborandolo nel libro Paula.

Riguardo all’ispirazione, Allende dice:

“Non invento i miei libri: saccheggio storie dai giornali o ascolto con orecchio attento le vicende degli amici. Ad esempio, Il piano infinito è la storia di mio marito… Da questi spunti poi i miei personaggi emergono da soli, con naturalezza.”

Il prossimo mestiere

Abbiamo visto, quindi, come definire uno scrittore di romanzi professionista, quali sono i possibili guadagni e che cosa comporta questo lavoro.

Il prossimo mese affronteremo un mestiere nuovo, che non ha una storia secolare ma di appena pochi decenni: quello del blogger. Sfateremo alcuni miti e scopriremo che cosa si nasconde dietro a un’occupazione vista molto spesso come “inutile”.

E tu, quale mestiere della scrittura vorresti approfondire? Scrivilo nei commenti!

2 pensieri su “Lo scrittore di romanzi

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