Eccoci al terzo appuntamento de “I mestieri della scrittura”, la rubrica mensile che riguarda tutti quei lavori che fanno della scrittura il loro strumento principale. Come anticipato, in questo articolo iniziamo ad analizzare la figura dello sceneggiatore.

È una professione particolare perché richiede lo stesso livello di competenza in due ambiti: quello della scrittura e quello del media scelto per trasformare le parole in immagini. Oggi parleremo di cinema e della posizione dello sceneggiatore all’interno di questo mondo.

Chi è e cosa fa?

Lo sceneggiatore deve saper tradurre un testo in una storia per immagini, cioè in una sceneggiatura. È uno scrittore, dunque, condizionato dal linguaggio cinematografico. Svolge un ruolo decisivo nel mondo del cinema, perché la sceneggiatura raccoglie in sé tutto il potenziale creativo di un film.

Le sue doti principali sono la creatività e la capacità di scrittura, soprattutto per quanto riguarda le scene dialogiche. Infatti, se la maggior parte del peso della descrizione è lasciata all’immagine (e quindi allo scenografo e al direttore della fotografia), lo sceneggiatore ha in mano le redini dell’avanzamento della trama.

Questa professione è caratterizzata da forti personalità poliedriche, che devono inventare, scrivere ed elaborare al fine di garantire il buon successo di un film. Uno sceneggiatore parte dall’osservazione del mondo per riuscire a mettere in scena tutte le sfumature dell’animo umano utilizzando pochissime parole, che si traducono in battute, movimenti e gesti.

Lo sceneggiatore, quindi, deve:

  • ideare soggetti narrativi
  • definire e sviluppare le tematiche e i personaggi
  • stendere sceneggiature valide
  • proporre tali sceneggiature ai produttori

Dal sito Cinescuola, dedicato alla didattica dell’audiovisivo:

Quando ci accorgiamo che i dialoghi “stanno male” in bocca a un certo attore, oppure quando c’è un finale farraginoso o la storia ci pare inverosimile, se non ci appassioniamo, se usciamo con il sospetto di non aver capito la trama, se abbiamo l’impressione che in alcune parti il film annoi e in altre ci “prenda”, se diciamo “buono il primo tempo pessimo il secondo”, se ci domandiamo perché mai un certo personaggio si comportasse in quella strana maniera, allora, in tutti questi casi, c’è un problema di sceneggiatura.”

Il mondo del cinema

Per chiarire il ruolo dello sceneggiatore è necessario conoscere le figure che stanno dietro alla realizzazione di un film.

Il progetto nasce sempre da un soggetto, ideato da uno sceneggiatore, da un regista o da una casa di produzione cinematografica. Questa è un’azienda che mette a disposizione il capitale economico, e che ricava il maggiore profitto dal successo del film.

Il regista è il direttore creativo del progetto e, insieme alla casa di produzione, sceglie le figure professionali che supporteranno la sua visione attraverso i loro dipartimenti, in particolare:

  • lo sceneggiatore, che produce il testo su cui si basa il film, inventando una storia originale o adattandone una già esistente al grande schermo;
  • lo scenografo, che si occupa dell’ambientazione;
  • il costumista, che si dedica ai personaggi e alle comparse;
  • il fonico, che supervisiona l’audio e la colonna sonora;
  • il direttore della fotografia, che dà vita alla scena attraverso la luce e la videocamera.

La realizzazione di un film è suddivisa in tre fasi principali, ciascuna delle quali richiede mesi (se non anni) di lavoro:

  • preproduzione, dove si studia nel dettaglio l’intera organizzazione del progetto, si elaborano idee e soluzioni, si stabilisce il budget per i diversi settori e si costruiscono costumi e scenografie, mentre gli attori provano la loro parte.
  • produzione, quando si svolgono le riprese vere e proprie;
  • postproduzione, fase in cui le scene girate vengono montate insieme, andando a creare il prodotto finale.

Il ruolo dello sceneggiatore

Lo sceneggiatore lavora principalmente alla prima fase, in cui si elabora la trama e si definiscono luoghi e personaggi. Il film inizia a esistere sulla carta. Non si tratta quasi mai di un lavoro individuale: il numero di sceneggiatori varia di progetto in progetto, ma di norma si è almeno in due e non più di quattro. Esiste anche la figura dello script consultant o script editor, incaricata di rivedere la sceneggiatura nelle parti in cui non funziona.

Già nella prima fase di stesura della sceneggiatura, è possibile che si debba relazionare con il regista, che ha diritto ad avanzare richieste, per adeguare il testo alla sua visione creativa. Vi sono alcuni casi in cui il regista e lo sceneggiatore combaciano, ma raramente questo si traduce in un buon prodotto, perché si tratta di due ruoli completamente diversi, che richiedono competenze completamente diverse.

Come sottolinea il sito Cinescuola:

In Italia accade spesso che i registi invadano il campo della sceneggiatura senza averne le capacità, e si tratta di una concausa del basso livello qualitativo del cinema nostrano degli ultimi venti anni, dove si trovano troppi personaggi poco interessanti, dialoghi impossibili e strutture drammaturgiche che non reggono.”

Le competenze

Nel dettaglio, nella sceneggiatura deve indicare:

  • La trama, cioè lo svolgimento dell’intreccio attraverso scene e dialoghi;
  • La caratterizzazione dei personaggi che portano avanti la trama;
  • L’ambientazione spazio-temporale all’interno della quale la trama si svolge.

Al contrario di un romanziere, però, deve fare tutto ciò tenendo conto del linguaggio cinematografico, che gli chiede innanzitutto di rapportarsi con casa di produzione e regia per rispondere alle loro richieste e alle esigenze di mercato. Poi deve tener conto dello spettatore, e delle poche ore che ha a disposizione per affascinarlo.

La sceneggiatura, oltre ai dialoghi e alla descrizione di ambiente e azioni, deve contenere annotazioni tecniche puntuali riguardo a scene, inquadrature, illuminazione e movimenti di macchina, tutti elementi che contribuiscono al racconto. Infine, è essenziale che tenga conto del tempo a disposizione, ovvero che riesca a immaginare il minutaggio finale del film.

Ma come lavora e quanto guadagna?

Di norma lo sceneggiatore è un libero professionista, che lavora da casa o in spazi messi a disposizione dalla produzione. La durata della collaborazione varia in base al progetto: alcuni vendono il testo e non lo rivedono più, altri seguono l’intera durata della produzione.

Si tratta di un lavoro pagato relativamente bene: i diritti per una sceneggiatura si vendono più velocemente e più facilmente (sempre che sia un prodotto valido) rispetto a un romanzo, soprattutto grazie alla recente diffusione delle piattaforme streaming, che richiedono la continua produzione di nuovi contenuti. Indicativamente, la cifra guadagnata con il piazzamento di una sceneggiatura per un film a medio budget va dai 20.000 ai 150.000 €!

Il percorso formativo

Come tutte le professioni legate alla creatività, non esiste un percorso formativo unico legato alla figura dello sceneggiatore. Come abbiamo detto, si tratta prima di tutto di uno scrittore, figura che necessita di alcune competenze che abbiamo approfondito in questo articolo.

Allo stesso tempo, però, deve conoscere alla perfezione tutto ciò che riguarda il cinema: per questo è consigliato formarsi all’interno del mondo dello spettacolo, tramite università, accademie e corsi di formazione. Se non sai da dove iniziare, esistono molti corsi online che, con poche decine di euro, ti possono insegnare a impostare una sceneggiatura professionale. Dunque, per scrivere una buona sceneggiatura non è necessario conseguire una laurea, ma è essenziale aver studiato il linguaggio cinematografico.

Buttati!

E cosa fare con una sceneggiatura in mano? Proponila alle case di produzione! Con una ricerca online, puoi scoprire le numerose realtà, piccole, medie e grandi, presenti sul territorio italiano, molte delle quali accettano di valutare progetti di autori esordienti. Perfino la RAI accetta proposte! Tutte le informazioni a questo link.

Il prossimo mestiere

Lo sceneggiatore cinematografico ricopre un ruolo fondamentale nella produzione, perché sulla base del suo lavoro viene costruito l’intero progetto. Deve conoscere diversi linguaggi, perché una buona sceneggiatura può determinare il successo (o il fallimento) di un film.

È un mestiere versatile, in cui creatività e tecnica si fondono, come vedremo più avanti, non solo al servizio del cinema, ma anche della televisione, della pubblicità e del teatro. Al momento, però, mettiamo in pausa l’analisi dalle varie sfumature di questa figura professionale. Nel prossimo articolo andremo a scoprirne una completamente diversa, che fa comunque della scrittura lo strumento principale: il giornalista.

E tu, quale mestiere della scrittura vorresti approfondire? Scrivilo nei commenti!

Foto di Denise Jans su Unsplash

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