Diversamente libri

Dal vocabolario Treccani, un libro è:

“un complesso di fogli della stessa misura, stampati o manoscritti, e cuciti insieme così da formare un volume, fornito di copertina o rilegato.”

Questa definizione è molto ampia, e racchiude in sé dei formati inaspettati: libri che si leggono al contrario, libri con le pagine che sembrano “saltar fuori”, o ancora libri fatti per essere distrutti.

Libri, potremmo dire, diversi dal solito, che richiedono un approccio più attivo e interattivo, che va oltre allo scorrere le parole scritte su una pagina bianca. Scopriamo insieme alcuni esempi!

La letteratura ergodica

Un romanzo “tradizionale” richiede che il lettore sfogli delle pagine scritte, eventualmente illustrate, girandole ordinatamente una dopo l’altra e leggendone il contenuto. La letteratura ergodica, invece, prevede un sforzo ulteriore, sia mentale che fisico, perché richiede la partecipazione attiva del lettore.

I testi di questi libri riportano di solito una trama non lineare: hanno un layout particolare, che gioca con varie tecniche grafiche e di stampa, e richiedono al lettore di trovare una “chiave” per sbloccare il significato del testo o introducono un narratore inaffidabile.

Cosa significa ergodica

Il termine deriva dalle parole greche ergon, che significa “lavoro”, e hodos, che significa “percorso”.

In ambito letterario, il termine “ergodico” è stato proposto per la prima volta dallo studioso norvegese Espen Aarseth nel suo libro Cybertext. Perspectives on Ergodic Literature (1997), il quale riprende l’aggettivo dal lessico specialistico della fisica.

Nonostante sia stata catalogata solo alla fine del secolo scorso, questa tipologia di esiste da ben prima.

Forse ricorderai il poeta francese Guillaume Apollinaire, famoso per scrivere poesie dando alle parole la forma del soggetto della poesia stessa. Oggi, però, la letteratura ergodica sta diventando sempre più popolare grazie ai minori costi di tipografici, che permettono di mandare in stampa libri non canonici.

Qualche esempio?

  • Casa di foglie di Mark Z. Danielewsky (2019, 66thand2nd) è un libro di genere horror dalla trama labirintica, dove si intrecciano piani spazio-temporali diversi. Le voci narranti sono molteplici, e ognuna è rappresentata da uno specifico carattere di stampa. Il lettore può decidere in autonomia quale linea narrativa seguire, se alternandole o se una per volta. Il testo prende forme bizzarre, corre in diagonale, si ribalta a specchio, forma riquadri e si alterna a immagini e segni.
  • doc di Matthew McIntosh (2020, il Saggiatore) è un giallo in cui il protagonista si sveglia in un ambiente sconosciuto, non ricorda nulla del suo passato e vuole scoprire che cosa è successo. Il libro viene descritto dallo stesso editore come:

“[…] un’opera-babele, un’opera-babilonia, un’opera-biblioteca; un’opera-enigma, il giallo dei gialli, che può essere svelato solo da chi non cerca di risolverlo; […]”

  • Nella sua apparente semplicità, anche la serie di Geronimo Stilton di Elisabetta Dami (2000, Dami Editore) può essere considerato un esempio di letteratura ergodica: alternate con caratteri tipografici normali, molte parole vanno lette in modo particolare, capovolte, riflesse in uno specchio, alcune pagine vanno manipolate o rimandano a dettagli nascosti in pagine precedenti. Insomma, un approccio a questo tipo di letteratura adatto ai più piccoli.

I librigame e gli escape book

Un librogame, o librogioco, è un’opera narrativa che, invece di essere letta linearmente, offre al lettore la possibilità di partecipare attivamente alla storia decidendo tra possibili alternative, mediante l’uso di paragrafi o pagine numerate.

In letture successive, quindi, si possono compiere scelte diverse, e ciò condiziona lo svolgimento della trama.

Nella maggior parte dei librigioco solo uno dei paragrafi si conclude con il successo del giocatore, mentre i restanti finali consistono in un fallimento o in un successo parziale.

Gli escape book sono una variante recente dei librigame, nata grazie alla popolarità dell’escape room, un gioco di fuga dal vivo che richiede la risoluzione di enigmi per uscire dalla stanza in cui si è rinchiusi, entro un tempo prestabilito.

Gli escape book riportano questo concetto in un libro, sfruttando l’immaginazione dei lettori per offrire ambientazioni che non si potrebbero ritrovare nella realtà, a causa dei limiti (di budget e di spazio) imposti delle escape room fisiche.

Sperimentazione letteraria

I librigioco sono nati da un aumento di interesse per la sperimentazione letteraria negli anni sessanta.

Diventati popolari negli anni ottanta, hanno affrontato un declino alla fine dei novanta. Nell’ultimo decennio, però, stanno tornando in auge, grazie alla ristampa di volumi di successo e al fattore nostalgico (chi ha amato questi libri da giovane – quando rappresentavano una delle poche alternative interattive alla lettura – probabilmente li acquisterà per i suoi figli).

I librigioco sono di solito scritti in seconda persona, con il lettore che assume il ruolo del protagonista.

Nelle pagine iniziali è richiesta la compilazione di una scheda che racchiude le caratteristiche del personaggio inventato, e le cui abilità determinano la riuscita o il fallimento della missione.

Il lettore deve affrontare diverse sfide che gli fanno guadagnare o perdere punti e oggetti. Se la trama prevede il fattore aleatorio, i dadi sono sostituiti da un’apertura casuale delle pagine del libro, che solitamente non riportano i numeri in ordine proprio per questo motivo.

La trama dei librigame classici è di genere fantasy, storico e fantascientifico.

Oggi si stanno diffondendo anche i generi horror, giallo, thriller e rosa. A riprova del fatto che questo tipo di libri sia cercato anche da un pubblico adulto, sono stati pubblicati diversi librogame di genere erotico (ad esempio Derrière la porte di Alina Reyes, 2014, Robert Laffont).

Libri da distruggere

I libri da distruggere non costituiscono una vera e propria categoria, almeno non ancora, ma li ritengo particolarmente interessanti per il loro essere effimeri: sono oggetti fatti apposta per non durare, e da cui il lettore trae piacere sia leggendoli, sia manipolandoli.

È forse la tipologia che più impressiona i grandi lettori, perché per dimostrare di avere letto e compreso il volume fino in fondo non si dovrà più avere in mano il volume stesso.

Esempi famosi

Il più famoso è forse Distruggi questo diario di Keri Smith (Corraini, 2007), dove l’autrice incita a esplorare la propria creatività attraverso una serie di azioni che risultano, come indica il titolo, nella distruzione del volume.

Dichiara l’autrice in un’intervista a BrainFactor (5 dicembre 2008):

“L’atto della distruzione è di per sé un atto creativo. È un processo che comprende il riarrangiamento dei materiali in una nuova configurazione, consentendo a nuovi processi di emergere. A livello basilare, la distruzione può essere intesa come trasformazione dell’oggetto. A un livello più alto, la distruzione è un esperimento finalizzato a “vedere cosa accadrà”. […] Approcciando un oggetto quotidiano in un modo diverso da quello che ci hanno insegnato, apriamo noi stessi a una nuova esperienza dell’oggetto, ancora una volta consentendo a una nuova idea di venire all’emergenza. Questo ci aiuta nondimeno a superare le nostre paure iniziali e i nostri giudizi sul buono o cattivo risultato (i giudizi di buono o cattivo intralciano il processo creativo o lo fermano interamente). Dunque, questo libro è uno spazio per le idee e per processi in via di esistenza scevri da giudizi di sorta. Loro soltanto sono.”

Un altro caso particolare di libro da distruggere è La mascella di Caino, dell’enigmista Torquemada, edito Mondadori, caso editoriale del 2022.

È un giallo che si legge in poco più di un’ora, ma una sola lettura non basta. È un enigma, una sfida che richiede la distruzione del libro stesso. Una sfida vinta ufficialmente, ad oggi, solo da quattro persone.

La soluzione richiesta (mai resa pubblica) è quella di individuare chi sono le sei vittime e chi i sei assassini del racconto, e ci si può arrivare solamente riordinando le cento pagine che lo compongono.

Queste pagine iniziano e finiscono un discorso, ma sono stampate e rilegate in ordine casuale. Soffermandosi su ogni parola, cercando di far emergere il concetto e l’indicazione che l’autore ha mascherato nel testo, vanno tagliate lungo una linea tratteggiata posta vicino alla rilegatura e vanno ricomposte nell’ordine giusto, come un puzzle.

Dal momento che nessun italiano ha ancora risolto l’enigma, possiamo essere sicuri che la traduzione sia adeguata?

Ebbene sì, perché al collettivo che se n’è occupato (che si riconosce con lo pseudonimo di The Crime Badger) è stato comunicato l’ordine corretto delle pagine e conosce la soluzione.

Il limite è la fantasia

Abbiamo visto tre tipologie di libri “diversi”, che richiedono uno sforzo attivo da parte del lettore che va oltre allo scorrere delle pagine.

Un altro esempio può essere quello dei libri pop up, dove delle immagini tridimensionali si “sollevano” voltando la pagina, aprendo delle finestrelle o tirando delle linguette. Ne abbiamo parlato in questo articolo!

Hai in mente altri libri interattivi? Conoscevi queste categorie? Scrivimi nei commenti!

Foto di Kiwihug su Unsplash

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