Definita anche “volontaria”, quando si parla di sospensione dell’incredulità si intende l’evitamento (in parte conscio e in parte inconscio) del pensiero critico o logico di fronte a qualcosa di impossibile nella realtà, con lo scopo di crederci per puro piacere.
Consiste quindi nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di accettare che nelle opere di fantasia sia possibile ciò che non è reale, come la magia, i superpoteri e il teletrasporto, ma non solo: questo meccanismo entra in gioco anche quando, più semplicemente, la cultura descritta è diversa da quella del lettore, magari perché lontana nel tempo o nello spazio, o quando, guardando un film, le scene sono intervallate da canti e balli.
Il patto narrativo
La sospensione d’incredulità è alla base di ogni opera di finzione, un elemento senza il quale nessun racconto potrebbe esistere. È un concetto strettamente legato a quello del patto narrativo, ovvero l’accordo stipulato inconsciamente tra il lettore e lo scrittore all’inizio di ogni storia, per cui:
“Il lettore si affida ciecamente alle parole del romanzo e le prende per vere, anche se vere non lo sono affatto. Il lettore quindi partecipa alla finzione narrativa e crea un processo di immedesimazione che sfocerà nell’empatia.”
Abbiamo approfondito il patto narrativo in questo articolo!
Dunque, la sospensione dell’incredulità può essere considerata la parte del patto che il lettore giura di mantenere, accettando di credere a ciò che legge contro ogni logica reale.
Un po’ di storia
Aristotele ha esplorato per primo il concetto nella sua relazione con i principi del teatro: il pubblico ignora attivamente l’irrealtà della finzione per sperimentare la catarsi.
Fu il poeta e filosofo Samuel T. Coleridge a introdurre il termine “sospensione dell’incredulità”. Nel 1817 suggerì che se uno scrittore potesse infondere un “interesse umano e una parvenza di verità” in un racconto fantastico, un lettore sospenderebbe il giudizio riguardo l’implausibilità della narrazione.
Scrisse Coleridge:
“Fu convenuto che i miei sforzi dovessero essere diretti a persone e personaggi soprannaturali, o almeno romantici, ma in modo da trasferire dalla nostra natura interiore un interesse umano e una parvenza di verità sufficienti a procurare a queste ombre dell’immaginazione, quella volontaria sospensione di incredulità per il momento, che costituisce la fede poetica.”
Lo psicologico contemporaneo Norman Holland indica una spiegazione neuroscientifica: quando ascoltiamo o guardiamo una narrazione, il nostro cervello entra in modalità percezione, spegnendo i sistemi che ci permettono di agire o di pianificare di agire, e con loro ci abbandonano i nostri sistemi per valutare la realtà.
Il mezzo è il messaggio
Come abbiamo già accennato, la sospensione dell’incredulità non avviene soltanto quando affrontiamo una lettura fantasy o fantascientifica: nella sua definizione più ampia, comprende anche i meccanismi mentali che attiviamo per goderci il mezzo con cui la storia viene esposta.
Ad esempio, davanti a un film lo spettatore deve ignorare di stare guardando una messa in scena ripresa precedentemente da varie angolazioni, tra cui scorci da punti di vista impossibili: pensa, ad esempio, a un’inquadratura panoramica dell’alba anche se i personaggi sono ancora a letto.
O ancora, a teatro il pubblico accetta, tramite la sospensione dell’incredulità, che tutta la vicenda si svolgerà “staticamente” davanti ai suoi occhi, interpretata da persone che fingono di essere qualcun altro, e di cui potrà addirittura stringere la mano a spettacolo finito.
È questione di coerenza…
Come si attiva la sospensione dell’incredulità leggendo romanzi fantasy o di fantascienza, dove tutto sembra ricondurre a qualcosa che va contro la realtà?
Sicuramente grazie alla coerenza, cioè la costanza logica del mondo e delle sue regole. Nel nostro mondo, ad esempio, non esistono pozioni magiche, ma esiste la chimica: troviamo incredibile riuscire a creare un filtro d’amore, ma risulta del tutto normale riuscire a tingerci i capelli di sgargianti colori con pochi ingredienti. In una realtà fittizia, potrebbe essere vero il contrario: tutto sta nel decidere quali sono le regole, e seguirle per l’intera durata della narrazione.
Come spiega Giovanni Munari:
“La coerenza segue una sua forma ben precisa in ogni storia. Una storia realistica dovrà seguire le normali leggi del vivere quotidiano, ma potrà raccontare di personaggi, luoghi ed eventi fittizi. Una storia fantastica potrà invece narrare di un mondo completamente diverso dal nostro, purché questo rispetti una serie di leggi interne che ne definiscano la coerenza.”
… e di verosimiglianza
Il pubblico, dunque, può accettare l’impossibile, ma non l’inverosimile: sebbene quello che legge può non far parte della realtà e, nonostante questo, essere accettato come “vero” nel determinato contesto della storia, non può assolutamente sfociare nell’improbabile o nel poco plausibile. Deve avere una parvenza di verità, altrimenti la sospensione dell’incredulità viene a mancare.
In un contesto fantascientifico possiamo accettare che gli esseri umani viaggino in mondi alieni, ma non possiamo accettare che quegli stessi umani non abbiano bisogno di ossigeno per respirare. La plausibilità dell’esplorazione di questi mondi potrebbe essere data, ad esempio, dalla fantomatica invenzione di uno strumento che permetta di respirare in qualunque atmosfera: ciò renderebbe la situazione verosimile.
Il vulcano che non brucia
Non devi confondere, quindi, la sospensione dell’incredulità con la soppressione della logica! Voglio farti un esempio recente, di cui forse hai sentito parlare: si tratta di una scena all’interno de “Gli anelli del potere”, serie tv ambientata nella Terra di Mezzo creata da J. R. R. Tolkien. In un episodio, un vulcano erutta proprio nel momento in cui una grande battaglia sta infuriando ai suoi piedi, e tutti vengono travolti. Dopo pochi minuti, però, i personaggi coinvolti emergono da un sottile strato di cenere con qualche graffio e poche ferite.
Nel patto narrativo era stata stabilita fin dall’inizio la presenza di creature fantastiche, di divinità, della magia, ma mai lo spettatore avrebbe immaginato una situazione in cui un’eruzione vulcanica vista da vicino non fa vittime: in questo caso, il patto è stato tradito dagli autori, e la sospensione dell’incredulità è venuta a mancare, provocando una sensazione di delusione.
In conclusione
Come scrittore, due aspetti fondamentali che devi tenere a mente per la stesura del tuo romanzo sono la coerenza e la verosimiglianza: stabilisci una serie di regole credibili, adatte al mondo che hai creato, e seguile con costanza.
Se la sospensione dell’incredulità non viene mai a mancare, per tutta la durata del racconto, il lettore si troverà immerso nella storia, da cui emergerà soltanto alla fine, una volta tornato alla realtà… e con la voglia di rituffarcisi immediatamente!
Hai mai immaginato un mondo diverso dal nostro? Quali regole ha? E per che cosa il lettore deve sospendere la sua incredulità? Scrivimi nei commenti!
Foto di Madalyn Cox su Unsplash