Cos’è la struttura della storia?

La struttura è lo scheletro della trama, ciò su cui si regge lo svolgimento degli eventi. Qualunque sia la struttura che scegli per sviluppare la tua storia, essa deve contenere:

  • Un conflitto
  • Un climax
  • Una risoluzione

L’ordine in cui questi elementi vengono esposti determina il tipo di struttura che, a sua volta, influenza il modo in cui il lettore vive il romanzo. Le due strutture classiche, quelle su cui si fondano la maggior parte dei libri e che offrono una base solida su cui sviluppare una trama sono:

  • Il viaggio dell’eroe

Prevede che il protagonista s’imbarchi in un’avventura, venga aiutato e ostacolato lungo il cammino, superi le avversità e torni a casa come una persona nuova, completando un moto circolare.

  • Struttura in tre atti

L’opera è composta da un inizio, uno svolgimento e una fine, che occupano rispettivamente il 25% del testo, il 50% e il restante 25% e rappresentano tesi, antitesi e sintesi.

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Struttura in sette punti

Possiamo considerare un’evoluzione della struttura in tre atti quella in sette punti, che suddivide ulteriormente la trama andando ad approfondire con maggior precisione diversi punti di svolta.

Come per la struttura in tre atti, i sette punti occupano il testo in modo equilibrato: ogni parte consiste in un settimo della trama.

  1. L’uncino: il punto di partenza. Vengono introdotti spazio, tempo e personaggi.
  2. Prima svolta: entra in gioco il conflitto, che mette in moto gli eventi. Iniziano a sorgere complicazioni e ostacoli.
  3. Seconda svolta: la pressione sul protagonista cresce, e l’obbiettivo viene definito chiaramente. C’è un primo scontro con l’antagonista.
  4. Mid point: il protagonista risponde al conflitto con l’azione. È il punto di svolta decisivo, caratterizzato dalla tensione.
  5. Terza svolta: il protagonista è sotto pressione, l’obbiettivo sembra lontano più che mai.
  6. Quarta svolta: la storia si avvia verso la risoluzione. C’è lo scontro finale, in cui il protagonista deve usare ciò che ha imparato dall’esperienza.
  7. Risoluzione: l’esito del dramma, nel bene e nel male. Solitamente, a questo punto il protagonista apprende una morale.

Uscire dagli schemi

Il rischio nell’utilizzare una struttura classica, però, è quello di cadere nella banalità. In pratica, il limite è l’immaginazione: è possibile strutturare un romanzo in decine di modi diversi, rendendone unico lo stile.

Scopriamo alcune alternative possibili!

  • Struttura a catena

Il libro è The city of last chances, di Adrian Tchaikovsky, del 2022, non ancora tradotto in italiano.

La città di Ilmar è sotto occupazione di un popolo conquistatore, i Palleseen. Per tenere gli abitanti sotto controllo, i Palleseen istituiscono organizzazioni come The School of Correct Speech e The School of Correct Conduct. Puntano a ottenere il potere grazie a un quartiere della città chiamato Anchorwood, che ospita una popolazione in grado di manipolare la magia, esseri mostruosi e portali per luoghi lontani.

La trama evolve attraverso una struttura particolare.

Nel primo capitolo seguiamo il punto di vista di un importante Ufficiale Palleseen, e assistiamo alla sua inaspettata morte nell’Anchorwood. Questo fa da incidente scatenante per il susseguirsi degli eventi, che seguiamo via via da un punto di vista sempre diverso. Ogni capitolo è legato a un personaggio, alla sua storia personale e al modo in cui, volente o nolente, è coinvolto nella morte dell’Ufficiale o nelle sue conseguenze.

Ogni personaggio rappresenta un anello della catena.

Attraverso i quali raggiungiamo la fine del romanzo, saltando da una testa all’altra senza perdere mai di vista la trama principale.

Ogni capitolo ha una trama e una struttura in sé.

Perché racconta solo una parte della storia, ma lo fa attraverso un inizio, uno svolgimento e una fine, e contiene magistralmente un conflitto, un climax e una risoluzione.

  • Struttura a specchio

Il libro è Cloud Atlas. L’atlante delle nuvole, di David Mitchell, del 2004.

La trama è composta da sei storie intrecciate tra loro, vissute da diversi personaggi, ambientate in diversi tempi e luoghi. La vicenda si svolge in ordine temporale, a partire dal XIX secolo fino a un futuro post apocalittico, ed è legata da un filo conduttore che attraversa le vicende.

Dal primo al quinto capitolo, ogni storia inizia e si interrompe a metà, e si susseguono senza una connessione apparente.

La sesta, quella centrale, è raccontata per intero, e da quel momento in poi troviamo “a specchio” tutti i finali delle altre: la prima storia raccontata è l’ultima a concludersi. In queste seconde metà il legame tra una e l’altra si fa palese, in quanto in ogni storia c’è un riferimento alla successiva (che in realtà, in linea temporale, è la precedente).

Una lettura particolare non solo per la struttura, ma anche per lo stile adottato, differente per ogni racconto e appartenente a diversi generi letterari.

  • La Milieu Story

Il libro è I viaggi di Gulliver, di Jonathan Swift, del 1726.

Il chirurgo di bordo Lemuel Gulliver esplora dei luoghi sconosciuti: dopo aver fatto naufragio a Lilliput, si ritrova tra i giganti di Brobdingnag e, passando dall’isola volante di Laputa e da Lagado, giunge in una terra dove cavalli intelligenti regnano su omuncoli ripugnanti. Tornato in patria, lotta con il disgusto che gli provoca la società in cui vive, ora che la vede per quello che è: egoista e litigiosa.

La parola milieu, dal francese, significa “luogo”, “ambientazione”. Nel suo significato letterario, comprende la società, la cultura, il clima, insomma tutti gli elementi creati da un autore per caratterizzare il mondo in cui si svolge la trama del suo romanzo.

Tutti i libri hanno un milieu, dunque, ma alcuni sono strutturati in modo da ruotare attorno all’ambientazione: l’esplorazione dell’ambientazione stessa, spesso episodica, diventa la struttura su cui si sviluppa la trama.

Gulliver non interessa particolarmente al lettore in quanto personaggio: il punto della storia è quello di visitare terre lontane, in cui Gulliver scopre degli stili di vita alternativi. La struttura incentrata sui milieu è sempre la stessa: un protagonista simile a noi finisce per caso in posti estranei, dove osserva culture diverse dalla sua e torna a casa riuscendo a vedere ciò che lo circonda con occhi nuovi.

Una particolarità di questa struttura è la dualità del possibile finale: ogni Milieu Story termina con la scelta, da parte del protagonista, di restare nel nuovo mondo o di tornare a quello vecchio.

Limite o supporto?

Tutte le strutture che ho indicato, da quelle più classiche a quelle alternative, sono da intendersi non come un limite, ma come un supporto. Lo dice la parola stessa: struttura è quel complesso di elementi costitutivi con funzioni di sostegno e di collegamento, e questo vale per qualsiasi ambito, dall’edilizia alla letteratura.

Ogni struttura regge la trama, ma non è detto che la struttura migliore per una storia possa essere scelta a tavolino. La stesura di un romanzo richiede basi solide, costituite dall’idea, dai personaggi e dalla trama, che rappresentano le fondamenta su cui la struttura si sviluppa. Ma quest’ultima può emergere man mano, ed essere definita con chiarezza solo dopo aver steso la prima bozza.

Se non sai quale struttura si adatta al tuo romanzo, richiedi una scheda di valutazione: sapremo indicarti le opzioni migliori!

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