Ci sono diversi modi per scrivere un testo che abbia un inizio, dei personaggi con degli obbiettivi e che compiano azioni volte a raggiungerli, e una fine. Nessun metodo di scrittura è quello “giusto”, “infallibile”, “perfetto”: ognuno di noi deve trovare il suo.

Nel manuale/autobiografia On writing, l’autore horror Stephen King fa mettere le mani nei capelli a chiunque cerchi di insegnare scrittura creativa quando, riguardo alla stesura della prima bozza, dichiara senza mezzi termini: “Non credo nella struttura, nella trama, nel tema, scrivo di getto, come viene”. Prima di prendere carta e penna e metterti a scrivere un flusso di pensieri, però, aspetta! King continua: “Poi riscrivo una seconda volta, concentrandomi sui temi, sul simbolismo, ecc…”. Allora, e solo allora, manda il testo ai suoi editor.

Il suo è certamente un metodo nato e cresciuto insieme al talento, in quanto scrive racconti fin da ragazzino. Sarebbe dunque strano, per lui, sedersi alla scrivania e progettare la scaletta di un nuovo romanzo prima di mettersi effettivamente a scriverlo. Scopriamo insieme i principali metodi di scrittura!

5 tecniche principali

  1. Scrittura libera, cioè scrivere in modalità “flusso di coscienza”. L’obiettivo è aprire la mente, superare gli ostacoli e incoraggiare i canali del pensiero creativo a fluire liberamente sulla pagina. È un metodo ideale, ad esempio, per superare il blocco dello scrittore.
  2. Tecnica del pomodoro: prevede brevi sessioni di lavoro (circa 25 minuti) intervallate da pause (circa 5 minuti), che aiutano a ritrovare la concentrazione. Il punto forte sta nella possibilità di scomporre in attività più piccole un progetto ampio, come quello di scrivere un libro. Inoltre è una tecnica flessibile: ogni autore può adattare la durata di sessioni e pause in base a alla propria produttività e ai risultati raggiunti.
  3. Dettatura: a volte le parole fluiscono meglio dalla bocca che dalla mano. Oggi esistono diversi software di dettatura, che riportano ciò che sentono per iscritto: anche Microsoft Word ne ha uno integrato!

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Altrimenti è possibile registrare la propria voce con un cellulare, per poi trascrivere tutto in un secondo momento.

  1. Scrittura senza un ordine: seguire uno schema di scene sequenziali, partendo dall’inizio per arrivare alla fine, può portare un autore a “bloccarsi”, non avendo in mente con precisione che cosa succede immediatamente dopo. Allo stesso tempo, è possibile avere in mente una scena che accadrà più avanti nel testo: è utile allora scriverla, per poi inserirla nel punto giusto del romanzo successivamente.
  2. Scrittura e revisione: uno dei consigli più frequenti per gli scrittori alle prime armi è quello di scrivere senza pensare a editare il testo, dando la priorità a mettere le parole sulla pagina rispetto alla loro qualità. Non tutti, però, si trovano a loro agio con questa tecnica, e anzi può essere meglio fare l’opposto, cioè scrivere e correggere allo stesso tempo, rafforzando così lo stile.

Tre scrittori e i loro metodi

  • Stephen King

Dunque, King non parte da una struttura ma predilige, per la prima stesura, la tecnica di scrittura libera. Quantifica in quattro-sei ore il tempo da dedicare ogni mattina alla scrittura, senza pause né distrazioni. Sostiene che se non scrive ogni giorno comincia a perdere contatto con la trama e il ritmo. Produce in media duemila parole al giorno, fermandosi solo eccezionalmente prima dell’obiettivo prefissato.

Considera la costruzione di una trama incompatibile con la spontaneità della creazione. Le sue opere partono da una situazione abbastanza forte da rendere secondario lo studio a tavolino di una trama, perché i personaggi la porteranno avanti secondo il suo sviluppo naturale. Di conseguenza, i personaggi devono essere realistici, cioè devono comportarsi in un modo che appaia ragionevole e che sviluppi e sostenga la storia.

Secondo King, ogni libro deve essere riscritto almeno una volta. La prima stesura è da scrivere il più velocemente possibile (in tre o quattro mesi), senza interferenze esterne. Bisogna poi distaccarsi dalla storia per un periodo di decantazione di almeno sei settimane.

Abbiamo parlato dell’importanza di far decantare il testo in questo articolo.

Durante la prima rilettura è possibile individuare le lacune più vistose della trama e dei personaggi, l’incoerenza, gli elementi ricorrenti, far emergere più chiaramente il tema tagliando gli spunti supplementari. La seconda bozza viene poi mostrata a una mezza dozzina di persone fidate, da cui avere dei riscontri costruttivi.

  • Bianca Pitzorno

Una delle più importanti scrittrici italiane, autrice di capolavori della lettura per  adulti e ragazzi, sostiene di prendere l’ispirazione dal tram, che sta per «qualsiasi luogo affollato dove ho agio di osservare la gente ed ascoltare i discorsi. Le mie storie nascono sempre da uno spunto reale, combinato con nuovi elementi, anch’essi reali, o surreali» (dal manuale Come si scrive un romanzo di Maria Teresa Serafini, 1996). Il suo tema ricorrente è quello dello straordinario che fa irruzione nella vita quotidiana, descritta nei suoi minimi particolari.

Solitamente prima di cominciare a scrivere un romanzo delinea chiaramente la protagonista, arrivando perfino a disegnarla o a individuarla tra vecchie fotografie. Solo nel caso di romanzi lunghi, scrive un breve riassunto della storia, non più di una cartella: i dettagli li tiene a mente. Quasi sempre la trama cambia rispetto al riassunto iniziale: sostiene che ogni storia abbia una sua struttura intrinseca, che non nasce da una sua decisione a priori. Una volta terminata la prima stesura, interviene con tagli, aggiunte e spostamenti di capitoli, per perfezionare la struttura.

Utilizza quindi un misto di tecniche: ha in mente una struttura e una trama piuttosto vaghe, a cui permette di evolvere tramite la scrittura libera e senza un ordine.

  • K. Jemisin

Per l’autrice di fantascienza che ha vinto tre premi Hugo consecutivi, il processo di scrittura inizia spesso con i sogni. Li tratta come portali per mondi nascosti, elaborando ciò che vede tramite la domanda “E se?”: allora il suo campo visivo si allarga abbastanza da permetterle di scovare una possibile narrazione. Ha una cartella sul suo computer dove raccoglie appunti sui sogni, su notizie e su fatti scientifici che la colpiscono. Tramite un lavoro di selezione intuitiva lega i vari frammenti, dati reali e immaginari, andando a creare le basi per una trama.

Oggi scrive in un appartamento a Brooklyn, con un ufficio che si affaccia su un giardino, ma per anni è stata una nomade letteraria urbana, lavorando sul suo computer ovunque poteva. La fantascienza l’ha attratta in giovane età:  immaginava mondi complessi e vincolati dalla logica.

«Papà e io passavamo il tempo, pomeriggi interi, nel suo studio senza parlarci: lui lavorava a un suo dipinto; io stavo sul divano a scrivere. È stato il mio primo editor», ha sostenuto in un’intervista per il New Yorker.

Diventata adulta, con un lavoro a tempo pieno, per vedere i frutti della sua passione ad un certo punto si è data un obiettivo: produrre un romanzo entro un anno. Scriveva ogni sera prima di andare a letto, anche se sapeva che la maggior parte non sarebbe sopravvissuta alla sua stessa revisione, il giorno successivo.

La sua tecnica prevalente, dunque, è quella di scrittura e revisione: modifica e rielabora il testo appena scritto in base all’avanzare della stesura.

A ognuno il suo

Se senti che uno di questi metodi potrebbe funzionare per te, perché non dargli una possibilità? Partendo da un’idea, le parole potrebbero fluire da sole, creando un intreccio da perfezionare in un secondo momento. In questo caso, quindi, non si tratterà di scovare errori e refusi, ma sarà una vera e propria riscrittura, e devi essere pronto a dire addio a gran parte di ciò che hai già scritto (per citare ancora King, “Uccidi i tuoi beniamini”, nel senso di non avere paura di tagliare anche parti a cui sei affezionato, se non funzionali al testo).

Altrimenti, potresti trovarti a tuo agio con una trama ben strutturata, ma con alcune scene più vivide nella tua mente a scapito di altre: in questo caso, farai bene a scrivere ciò che conosci, senza preoccuparti della sua posizione all’interno del romanzo, che puoi perfezionare in un secondo momento. E se fatichi a trovare il ritmo giusto e la giusta concentrazione per buttare giù un testo, perché non sperimentare la tecnica del pomodoro? Assicurati di impostare un timer, in modo da non dover guardare continuamente l’ora: evita le distrazioni!

Qualunque sia la tua tecnica preferita, dopo la prima stesura (o la seconda) sarà necessario un editing, per assicurarti che il tuo romanzo esprima il suo massimo potenziale: scopri i servizi dell’Accademia della scrittura!

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