Lo sceneggiatore di videogiochi
All’ottavo appuntamento della rubrica mensile “I mestieri della scrittura”, dove esaminiamo i lavori che fanno della scrittura lo strumento principale, approfondiamo una nuova specializzazione per lo sceneggiatore: nel mondo dei videogiochi, chi si occupa della parte testuale viene detto narrative designer.
Il narrative designer deve essere capace di inventare storie belle non solo da leggere, ma anche da giocare. La forte crescita del mondo del gaming ha portato con sé una rinnovata serie di esperienze videoludiche: tra tutte queste primeggiano quelle legate allo storytelling. Sempre più videogames, infatti, puntano sulla storia anziché sul gameplay. Lo sceneggiatore di videogiochi è la persona responsabile di trama, dialoghi e storytelling.
Il mondo dei videogiochi
I videogames sono, essenzialmente, storie interattive. È vero, in alcuni giochi la trama è del tutto inesistente (pensa a Tetris o a Space Invaders), ma si tratta soprattutto di prodotti di decine di anni fa, sebbene con un fascino senza tempo. Oggi, scrivere per i videogiochi vuol dire costruire mondi narrativi sfruttando l’esperienza di gioco, la grafica, le animazioni e i suoni.
L’abilità dello scrittore consiste nel saper progettare narrazioni interattive e complesse, sfruttando al massimo il coinvolgimento del giocatore che si trova letteralmente a muovere il protagonista e a compiere scelte al posto suo. Lo sceneggiatore di videogiochi lavora a fianco del programmatore, del game designer, del game developer e del level designer per creare la storia, l’aspetto e l’atmosfera di un videogioco.
Dai punta e clicca ai visual novel
In passato la maggior parte dei giochi venivano strutturati attorno al gameplay, ovvero il modo in cui si compie un’azione, e la storia era solo il filo conduttore del sistema di gioco. Recentemente questa tendenza si è invertita, a partire dai videogiochi “punta e clicca”, dove i pochi comandi necessari legati al solo uso del mouse lasciano spazio alla trama: ogni dialogo o testo scritto contiene indizi per poter proseguire l’avventura.
Questo genere di giochi ha dato via al filone dei visual novel, paragonabili a dei veri e propri graphic novel interattivi in cui la componente narrativa rappresenta la parte fondamentale del gioco, e le scelte compiute dal giocatore possono portare avanti la trama in modi differenti. La maggior parte dell’interazione del giocatore è limitata mouse, e la narrazione testuale propone delle scelte lungo il percorso. I visual novel hanno solitamente più trame e più di un finale: tramite dei punti decisionali a scelta multipla, il giocatore seleziona la direzione da far prendere al gioco.
Cosa fa il narrative designer e come diventarlo
Il compito dello sceneggiatore di videogiochi è quello di creare la trama del gioco attorno alla quale si impostano tutte le altre componenti. Per fare questo sono necessarie alcune competenze specifiche. In primo luogo sono importanti fantasia e inventiva: ogni storia nasce da un’idea. La bozza della trama deve essere poi ampliata e approfondita, e vengono delineati i personaggi attraverso il character design, sia dei protagonisti sia dei personaggi non giocanti. Poi si passa alla stesura di dialoghi e interazioni, fino ad arrivare alla definizione di tutto l’intreccio.
Dal sito di AIV, l’Accademia Italiana Videogiochi:
“[…] un narrative designer deve sapersi destreggiare tra numerose competenze. Deve inoltre saper dialogare con diverse professionalità, sfruttando soft skill e profonda conoscenza del settore, per gestire la strategia e produzione di contenuti narrativi. Dialoghi, cinematiche, backstory di personaggi e luoghi, world building, branching narrativo sono solo alcuni degli ambiti su cui il narrative design si focalizza. Il narrative designer deve però anche essere un diplomatico ed oratore, conoscitore della comunicazione di marketing, di tecniche di pitching e presentazione di idee – il suo scopo è assicurarsi che ciò che si vuole comunicare arrivi forte, chiaro e coerente ai giocatori.”
Visto l’ambiente specifico e particolare, esistono dei corsi e dei master preposti alla formazione del narrative designer, indispensabili se si vuole ricoprire questo ruolo all’interno del team di creazione di un videogioco.
Il ruolo dello sceneggiatore
Un narrative designer è coinvolto in ogni aspetto della produzione di un videogioco, dall’ideazione alla post-produzione. Segue diversi step:
- Concezione: lavora con il team di progettazione per sviluppare il genere e la struttura del gioco. Nella fase di ideazione, determina la quantità di scrittura necessaria. Ad esempio, un gioco di ruolo richiederà più scrittura e design narrativo rispetto a un gioco d’azione.
- Preproduzione: mentre il videogioco prende forma, lo sceneggiatore inizia a scrivere i background dei personaggi, la trama principale e le varie sottotrame, crea il diagramma di flusso delle possibili azioni nel gioco.
- Produzione: l’autore scrive i dialoghi, le scene, le cutscene (cioè le scene animate non interattive) i testi per le missioni e qualsiasi altra parte scritta del videogioco.
- Postproduzione: man mano che il videogioco si sviluppa, il narrative designer gioca correggendo, modificando, aggiungendo o rimuovendo il testo dove serve.
Due esempi di sceneggiatori di videogiochi
- Rihanna Pratchett, nata nel 1976, è una narrative designer e una giornalista. Tra i suoi titoli più famosi sono annoverati Mirror’s Edge e Tomb Raider (2013). È figlia d’arte: suo padre è il celebre autore fantasy Terry Pratchett.
- Christian Cantamessa, nato nel 1976 a Savona, regista, scrittore e autore, ha lavorato su diversi titoli di successo, come Grand Theft Auto: San Andreas e Red Dead Redemption.
Dall’intervista di Cantamessa per Esquire:
“Rispetto al passato, quando i videogiochi erano ancora una cosa nuova e difficili da inquadrare e adattare, oggi abbiamo titoli maturi, scritti con una visione e un’intenzione particolari. […] Personalmente ho lavorato ad adattamenti di storie; ho sviluppato due videogiochi basati sul Signore degli Anelli. […] Anche noi – noi che lavoriamo a questi videogiochi – siamo fan. Ci teniamo. Quando sviluppiamo storie come queste o storie di Star Wars, proviamo a fare il nostro meglio. La vera sfida è con noi stessi. Le critiche, per carità, non fanno mai piacere, ma non sono tutto”.
E dall’intervista per Tom’s Hardware Italia:
“Anche se videogiochi, fumetti e film sono creature molto diverse tra loro, alla base di tutte le storie ci sono dei fondamenti che l’umanità si porta appresso dall’epoca delle caverne. Operare su media differenti aiuta moltissimo a riconoscere, isolare ed affinare queste parti “atomiche” della narrativa, e l’esperienza arricchisce lo scrittore. Poi stiamo vivendo un periodo di intenso sviluppo cross-media, quindi riuscire a passare da un formato all’altro diventa anche un vantaggio professionale”.
Hai mai pensato di cimentarti nella scrittura di un videogioco? Scrivimi nei commenti!
Foto di Florian Gagnepain su Unsplash