La descrizione in un romanzo è una delle parti più potenti per creare ambienti coinvolgenti, personaggi realistici e atmosfere suggestive, perché permette di dipingere con le parole: l’autore utilizza un linguaggio evocativo per trasmettere immagini e sensazioni al lettore.

Insieme al dialogo, di cui abbiamo parlato in questo articolo, la descrizione (sia essa di ambientazioni, di personaggi, di scene o di azioni) è uno dei pilastri della narrazione, e le due tipologie di testo vanno alternate sapientemente per cercare l’equilibrio ideale. Se il dialogo porta la storia nel presente, nel qui e ora, e si svolge in tempo reale, le parti descrittive possono invece rallentare il tempo o velocizzarlo.

Usare i 5 sensi

La parte descrittiva svolge un ruolo chiave nella creazione di mondi vividi e credibili all’interno di un romanzo. Dettagli accurati sulle ambientazioni, gli edifici, la natura e la cultura dei personaggi aiutano a costruire mondi realistici che sembrano prendere vita. I lettori possono così immergersi completamente in questi mondi immaginari, condividendo le emozioni dei personaggi e diventando parte integrante della storia.

Descrivere le condizioni atmosferiche, i suoni e gli odori di un luogo aiuta a trasmettere emozioni e a catturare l’attenzione del lettore. Un’atmosfera ben costruita può trasportare il lettore nel cuore dell’azione, facendolo sentire parte integrante della storia. Ed è attraverso i sensi che l’essere umano percepisce il mondo intorno a lui.

Poche informazioni nei punti giusti

Ricorda: per descrivere basta poco, in realtà. Non è sempre il caso di dilungarsi in descrizioni tolkeniane minuziosamente dettagliate, di pagine e pagine, riguardo al mondo in cui si svolge la storia. Certo, è una possibilità, ma rappresenta l’apice di uno spettro. Calibrare la giusta quantità di informazioni è una delle difficoltà maggiori per uno scrittore esordiente: da un lato c’è chi si perde in particolari inutili, interrompendo completamente il ritmo della narrazione; dall’altro lato c’è chi non spende nemmeno qualche parola per collocare la scena nello spazio e nel tempo, magari perché non ha ben chiaro in mente ciò che vuole descrivere.

Inserire descrizioni in un romanzo non significa stendere elenchi minuziosi di dettagli e di aggettivi. A volte bastano pochi accenni per rendere un’atmosfera, per far capire dove ci si trova o come si sta comportando un personaggio. Il punto è che anche per dare questi pochi accenni l’autore deve avere ben chiaro il quadro completo, e da quello decidere quali elementi fornire al lettore, quali dettagli sono importanti e quali no, quali aspetti sottolineare e su quali sorvolare.

Sebbene la parte descrittiva sia essenziale per creare mondi vividi e coinvolgenti, è importante bilanciarla con altri elementi narrativi. Un eccesso di descrizioni può appesantire il ritmo della storia, rallentando il flusso della lettura. L’autore deve trovare un equilibrio tra la parte descrittiva e le azioni, i dialoghi e l’avanzamento della trama, in modo da mantenere il lettore desideroso di scoprire cosa accadrà dopo.

La caratterizzazione dei personaggi

Le descrizioni permettono di caratterizzare i personaggi in modo profondo e dettagliato. Oltre ad azioni e dialoghi, la parte descrittiva rivela gli aspetti fisici, emotivi e psicologici dei protagonisti e degli antagonisti. Questa caratterizzazione accurata rende i personaggi tridimensionali, reali e memorabili per il lettore, creando un legame emotivo che lo spinge a seguire la loro evoluzione durante il romanzo.

Però attenzione: i vari elementi descrittivi (sia fisici che caratteriali) del protagonista in particolare devono emergere dal testo in modo equilibrato e costante entro la prima metà del romanzo – quindi non tutti nella prima scena in cui compare ma nemmeno verso la fine della storia! Le prime informazioni dovrebbero dare poche pennellate, giusto quanto basta per creare un’immagine mentale di base, che poi viene arricchita man mano che la storia avanza, portando il lettore a farsi un’idea completa del personaggio e a capire le trasformazioni che vive nel corso della storia.

Il modo in cui si comporta un personaggio, il modo in cui si muove, le intonazioni delle sue frasi, le espressioni del suo viso, tutto contribuisce a creare nella mente del lettore un’immagine completa. Quello che conta però è dosare nel modo giusto le informazioni, e capire quali elementi sono fondamentali per descrivere un carattere o uno stato d’animo e quali, invece, possono essere lasciati alla fantasia del lettore.

Prima del “come?” c’è il “perché?”

Qualunque cosa può essere descritta: un oggetto, un luogo, una persona, ma anche un sentimento. Ma la domanda che un autore deve porsi prima di buttare giù una descrizione è: perché voglio descrivere quel particolare oggetto, quella particolare persona, quel particolare stato d’animo? Torniamo dunque al concetto di informazione funzionale, cioè quella che serve a caratterizzare qualcosa in funzione dell’avanzamento della trama.

La risposta può essere semplice: per creare atmosfera. E se i dettagli per riuscire in questo scopo possono essere molti, è comunque importante attenersi a quelli essenziali.

Due esempi pratici

Lo scopo ultimo è quello di far sì che il soggetto dalla descrizione appaia nella scena mentale del lettore così come appare nella scena mentale dell’autore, che può corrispondere a quella personaggio di cui si sta seguendo il punto di vista.

  1. Lo scrittore vuole descrivere un paesaggio lacustre.

  • Se si trattasse dell’ambiente dove il protagonista ha trascorso un’infanzia felice, usando la tecnica dello show don’t tell ci sarebbero ranocchie da inseguire, erba morbida su cui coricarsi, libellule colorate, ronzio di insetti laboriosi. L’acqua sarebbe color verde smeraldo, l’aria fresca e l’odore quello di terra bagnata dopo un temporale.
  • Se fosse un luogo sconosciuto e possibilmente pericoloso, l’acqua potrebbe essere immobile eccetto per pochi fremiti, scura, specchio di un cielo cupo; gli alberi sui bordi, imponenti; non soffierebbe un filo di vento, e il tutto sarebbe immerso nel silenzio più assoluto.
  1. Lo scrittore vuole descrivere una pistola.

  • Se questa pistola fosse utilizzata da un serial killer, una descrizione ossessivamente minuziosa delle varie parti che la compongono, del suo grado di pulizia e della posizione in cui viene tenuta, potrebbe rivelarci qualcosa della mente malata dell’assassino.
  • Se, invece, venisse usata da un personaggio che non ne ha mai maneggiata una, sarebbe del tutto inutile descrivere modello, calibro e peso. Da questo secondo punto di vista, sarebbero informazioni non solo incoerenti, ma impossibili, e quindi dannose, perché andrebbero a rompere la sospensione dell’incredulità.

Riassumendo

La parte descrittiva in un romanzo consente all’autore di dipingere mondi vividi e coinvolgenti con le parole. Attraverso descrizioni accurate e dettagliate, l’autore trasporta il lettore in ambientazioni realistiche e atmosfere suggestive. Le descrizioni profonde dei personaggi gli permettono di comprendere e affezionarsi ai protagonisti, seguendone l’evoluzione nel corso della storia.

Tuttavia, è importante bilanciare la parte descrittiva con altri elementi narrativi per mantenere il ritmo della storia: le descrizioni ben calibrate e motivate sono fondamentali per creare storie indimenticabili. Saper descrivere significa prima di tutto saper osservare: non si immagina una storia nel vuoto cosmico, ma sempre in un luogo. Non si immaginano personaggi disincarnati, ma in carne e ossa, con preferenze in fatto di guardaroba e gesti peculiari.

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