La definizione più semplice che si possa fare della parola “protagonista” è quella del personaggio principale di una storia. Questa frase, però, comporta la pregressa conoscenza del significato di due elementi fondamentali della narrazione: personaggio e storia.
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L’importante è stabilire bene l’utilità del prologo: se non svolge alcuna funzione, forse sarebbe meglio iniziare direttamente dal Capitolo 1, per catturare immediatamente l’attenzione del lettore. Ma quali sono queste funzioni? Cerchiamo di fare chiarezza!
Oltre alle regole che tutti conosciamo, però, c’è di più: quando ci si trova nella fase della correzione di bozze, infatti, vanno tenute a mente anche le norme redazionali.
Una pagina di un libro “pop up” ricorda un origami, grazie alle molteplici pieghe che servono per rendere tridimensionale un’immagine. Alcuni libri animati sono creati a partire da vari elementi cartacei illustrati e incastrati sapientemente tra loro che “saltano fuori” aprendo il volume, sfruttando le tensioni che creano i punti di ancoraggio alle pagine.
Alla base dell’efficacia di ogni esercizio ci sono l’impegno e la costanza. Non basta, infatti, decidere di cimentarsi con una qualche prova una sola volta nella vita: quello che serve è una certa regolarità, che può essere cadenzata in ore, in giorni, ma anche in settimane
Sono diversi i motivi che possono spingere una persona italiana a leggere in lingua inglese. Come sottolinea la redazione de Il Libraio, uno di questi può essere “la curiosità, caratteristica intrinseca di tutte i lettori e le lettrici. Questa può portare a interrogarsi sul suono dei versi poetici nella loro versione originale, sul ritmo che si crea con parole di lunghezza diversa, o ancora sulle diverse possibilità linguistiche offerte da un testo in due lingue differenti.”
La spina dorsale di una storia è la sua struttura, ovvero l’insieme delle parti da cui è composta. Una delle strutture tradizionali su cui costruire una trama vincente (e, forse, la più classica) è quella suddivisibile in tre atti, cioè in tre parti principali all’interno delle quali si svolgono gli eventi. È una linea guida all’organizzazione dei passaggi drammaturgici, con lo scopo di narrare la storia in modo efficace.
In primo luogo bisogna saper ascoltare. Per allenarsi, basta prestare attenzione a come parla la gente: in giro, sui mezzi, in aula, sul lavoro… notare ciò che caratterizza la parlata di ciascuno è fondamentale per caratterizzare la voce dei propri personaggi.
Il dialogo è il modo con cui la maggior parte delle persone si interfaccia con gli altri. In quanto animali sociali, gli esseri umani non possono fare a meno di comunicare, e la forma di comunicazione verbale per eccellenza è proprio il dialogo, cioè uno scambio di battute legate tra loro.
Oggi si tende a suddividere i testi narrativi in generi letterari, caratterizzati da elementi distintivi. Alcuni testi sono, però, più direttamente legati all’atto del narrare in sé, più che a tratti specifici che permettono di catalogarli all’interno di un genere preciso: si parla, in questo caso, di narrativa non di genere.