È importante proteggere i nostri lavori dall’uso improprio o non autorizzato da parte di altri. Qui entra in gioco il diritto d’autore, un fondamentale strumento legale che tutela i frutti della nostra creatività.
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Qualunque sia il programma che utilizzi, l’importante è che dia la possibilità di salvare il file in .doc o .docx, i formati accettati da case editrici e agenzie letterarie, ma anche dai siti che accompagnano verso l’auto-pubblicazione!
Il romance è composto, come qualsiasi genere narrativo, da libri pessimi, mediocri, buoni o ottimi. Tutto dipende da come sono stati strutturati e scritti, e la differenza la fa sempre l’autore.
Gli e-reader possono contenere moltissimi libri, anche un migliaio, quindi sono comodi per chi vuole avere a portata di mano più titoli senza trascinarsi dietro quintali di volumi. E sono convenienti anche a livello di spazio…
Al giorno d’oggi, grazie a una connessione internet e a uno strumento di scrittura digitale, chiunque può scrivere e pubblicare racconti, romanzi, poesie e testi in generale in qualunque momento, riuscendo a raggiungere un pubblico vasto quanto quello del web.
Per saper scrivere è necessario essere prima di tutto un lettore. Ma non spaventarti! Non serve leggere esclusivamente manuali di scrittura, testi scolastici di grammatica e ortografia, o analizzare il lessico di ogni frase che capita a tiro! L’importante è che ci sia passione: la lettura per svago è estremamente importante, perché ci permette di apprendere tramite il piacere e non c’è modo migliore.
Parliamo di self-publishing con Laura Rocca, autrice di romance, fantasy e storici, e Elisa Crescenzi, autrice di romance e chicklit, che pubblicano in self ormai da anni.
Gli editori ricevono decine di richieste da esordienti ogni giorno, quindi una prima scrematura è indispensabile. Inviare un manoscritto a chi dice esplicitamente di non accettarli (per qualsivoglia motivo) mostra mancanza di attenzione e rispetto, così come proporre un fantasy a chi pubblica solo gialli o inviare un file .pdf quando è richiesta una copia cartacea.
Si parla di generi letterari, non del singolo libro, quindi come si fa a giudicare in modo così generico? Ci sono testi scritti bene e altri scritti male, prevedibili o no, ma se svolgono il loro compito di intrattenere sono titoli meritevoli. Anzi, in alcuni casi, il pubblico si aspetta una determinata struttura e bisogna capire che certi elementi, un certo registro e certe copertine sono adatti al genere che si tratta. Prima di giudicare, quindi, occorrerebbe dare un’opportunità e rendersi conto che ogni libro ha un suo target. Se non ci piacciono non significa che questi siano brutti, per non dire altro.
Lea Landucci racconta la storia di una ragazza ordinaria, in cui ci si può facilmente immedesimare, da leggere tutta d’un fiato. La trama: “Mai una gioia, amori e altri inciampi” Cristina ha trent’anni, vive a Firenze ed è una investigatrice digitale: scopre tutto su tutti analizzando i loro profili sui social network! È tanto competente e brillante […]
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